E’ trascorso un anno dall’alluvione che ha colpito Milazzo allagando strade e facendo franare parte del costone roccioso che si affaccia sulla zona Tono. Un anno – era il 22 novembre 2011 – trascorso senza che vi siano stati significativi interventi dal punto di vista del rischio idrogeologico. Se un evento di quella portata colpisse nuovamente il territorio i danni sarebbero uguali se non maggiori. Rimangono sfollate una ventina di persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni a ridosso del costone roccioso su cui svetta il castello. L’aministrazione comunale, tranne qualche intervento fatto a ridosso dell’evento calamitoso che portò anche allo sversamento di idrocarburi nel mare di levante (ancora non si conoscono le cause, la procura ha aperto una indagine e sequestrato documentazioni alla Ram) in assenza di fondi ha potuto fare ben poco. Era stato stipulato un protocollo con l’ordine provinciale degli ingegneri, presieduto da Santi Trovato, per fare controlli sul territorio ma non mai stato diffuso il risultato. A ricordare l’evento è il consigliere Santi Michele Saraò. “Mi corre l’obbligo, ancora una volta, sottolineare il grave disagio che l’area tirrenica sta vivendo fra Villafranca, la penisola milazzese e la zona di Calderà – scrive – La paura in cui la popolazione di Bastione, Fiumarella e Botteghelle continua a vivere in conseguenza delle deficienze strutturali legati al sistema idrogeologico della zona. Essendo io abitante di quell’area, ed avendo chiara l’idea di quanto sia difficile ogni anno superare la stagione invernale, ho attivato tutti i mezzi di controllo che il mio ruolo di consigliere comunale mi consente per cercare di individuare tutte le azioni necessarie che necessitano per poter eliminare i gravi disagi e le situazioni di pericolo che incombono sulle zone indicate. Questione del dissesto idrogeologico della Piana che sin dal mio insediamento ho sempre fatto presente sia in aula,attraverso atti di indirizzo,mozione ed interrogazioni,sia attraverso atti conoscitivi per capire come mai niente e’ stato mai fatto per porre fine al grave disagio ambientale. Ho fatto e faccio appello direttamente all’Amministrazione, di mettere i atto tutti gli strumenti idonei per poter intervenire immediatamente. Ringrazio i comitati di allagamento e in particolare il Presidente dott. Macri’che hanno si qui bene operato e L’amministrazione che oltre ad aver avviato il progetto generale del convogliamento delle acque della Piana circa un anno fa,’ questo oggi e almeno divenuta realtà ,”un progetto preliminare di circa 25 milioni di euro “ che e’ stato spedito agli organi di competenza per il suo finanziamento. Oggi, certamente l’amministrazione,deve spingere su questo progetto perche sia finanziato al più presto e mettere in campo tutte le procedure immediate ed urgenti,anche attraverso la Regione e la protezione civile, regionale e nazionale e il demanio fluviale,per far si che gli argini dei torrenti della zona della piana siano messi immediatamente in sicurezza così come e’ fondamentale che si attivi per recepire fondi da destinare alla pulizia dei torrenti stessi», conclude Saraò.