Il consiglio comunale dovrà votare il dissesto. A decretarlo la sezione di controllo della Corte dei Conti di Palermo. La Corte ha trasmesso questa mattina la deliberazione adottata nell’adunanza dello scorso 27 settembre. Nel provvedimento – dodici pagine – viene data attuazione al trasferimento degli atti al Prefetto ai fini della dichiarazione di dissesto che dovrà essere adottata dal Consiglio comunale.

La deliberazione della Corte dei Conti è stata trasmessa – oltre che al Prefetto – agli organi comunali (sindaco, presidente del consiglio, collegio dei revisori dei conti) alla procura regionale della Corte dei Conti, all’assessorato regionale alle Autonomie Locali, alla Conferenza permanente presso la presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Conferenza unificata presso la presidenza del Consiglio dei Ministri.

Abbastanza circostanziata l’analisi della Sezione di Controllo della Corte dei Conti, che richiama preliminarmente gli interventi effettuati sul Comune di Milazzo a seguito dell’esame del bilancio di previsione dell’esercizio 2010 e del rendiconto della gestione dell’esercizio 2009 e nell’evidenziare che “non sono state successivamente mai trasmesse alla Sezione, nonostante i ripetuti e reiterati solleciti, le relazioni dell’organo di revisione sul bilancio di previsione dell’esercizio 2011 e sul rendiconto della gestione dell’esercizio 2010”, sottolinea che si è ritenuto “ di acquisire agli atti istruttori la relazione sulla situazione finanziaria del Comune di Milazzo trasmessa dall’assessorato regionale alle Autonomie locali nel maggio scorso, a seguito dell’indagine ispettiva disposta anche al fine di accertare la sussistenza dei presupposti per la dichiarazione di dissesto del Comune”.

 

Tale relazione – scrive la Corte – evidenziava gravissime anomalie gestionali tali da far ritenere sussistenti i presupposti per la dichiarazione di dissesto finanziario. Alla luce di tali elementi sono state disposte le adunanze nelle quali sono stati ascoltati l’assessore alle Finanze del Comune, Giuseppe Midili e il segretario generale, Massimo Gangemi, i quali hanno sostanzialmente confermato l’esistenza delle criticità riscontrate”.

Nell’evidenziare ancora che a seguito di ciò – lo scorso 19 luglio – l’organo di controllo ha chiesto all’Ente di adottare entro il termine di 60 giorni le misure correttive necessarie a superare le criticità riscontrate e a ripristinare le condizioni di equilibrio finanziario – la Corte fa riferimento anche alla nuova normativa in materia di dissesto e in particolare alla “delibera n. 2 del 26 gennaio della sezione “Autonomie della Corte dei Conti” che rileva come il legislatore abbia inteso delineare “un secondo percorso che conduce alla dichiarazione di dissesto che non è più demandata al Consiglio comunale, ma può discendere dall’accertamento di un organo magistratuale, la Corte dei Conti in sede di controllo”.

Quindi – l’ultimo atto – l’adunanza pubblica dello scorso 27 settembre con la nuova audizione sempre dell’assessore Midili e del segretario Gangemi “i quali hanno riferito che nessuna delle misure correttive richieste è stata in concreto adottata. L’amministrazione comunale ha ritenuto infatti – si legge sempre nel deliberato – che la situazione finanziaria dell’Ente, come emersa dall’esame dei dati contabili, non consentisse di adottare efficacemente alcuna misura correttiva né, in particolare, di dare attuazione agli interventi indicati dal consiglio comunale nella mozione del 31 luglio, giudicati insufficienti a superare le criticità riscontrate e a ristabilire gli equilibri di bilancio dell’ente.
Il segretario ha quindi dichiarato che, all’esito delle procedure di riaccertamento, ancora in corso alla data dell’adunanza, la massa dei residui attivi da eliminare dal conto del bilancio potrebbe risultare superiore ai 9 milioni di euro con un deciso incremento rispetto al valore precedentemente riscontrato e che, parimenti, sarà destinato ad aumentare l’ammontare dei debiti da riconoscere o da liquidare per effetto degli interessi passivi maturati sulle somme non corrisposte ai creditori.

L’assessore invece, oltre a rimarcare le numerose irregolarità contabili commesse nei passati esercizi finanziari, ha evidenziato come la situazione finanziaria del Comune di Milazzo risulti compromessa a tal punto che nemmeno l’applicazione della normativa in corso di emanazione per il risanamento degli enti in condizione di grave squilibrio finanziario, consentirebbe al Comune di evitare lo stato di dissesto ormai di fatto in essere”.

L’ultimo passaggio della sezione di controllo della Corte riguarda i punti di criticità:

mancata adozione di misure correttive a seguito delle pronunce specifiche relative al bilancio di previsione dell’esercizio 2010 e al rendiconto della gestione dell’esercizio 2009;

mancata trasmissione delle relazioni dell’organo di revisione relativa al bilancio di previsione dell’esercizio 2011 e al rendiconto della gestione dell’esercizio 2010;

Irregolare gestione dei residui attivi: La sezione ha rilevato che il Comune, alla chiusura dell’esercizio 2010, ha mantenuto nel conto del bilancio residui attivi per un ammontare di 45.790.089,21, oltre il 25 % dei quali, pari ad euro 11.555.900,51, riferibili ad entrate accertate in esercizi precedenti al 2006, percentuale che sale quasi al 45% considerando i soli residui relativi al titolo I delle entrate”. E aggiunge che “si è riscontrata dai dati forniti dall’ispettore regionale la presenza di residui attivi da eliminare dal conto del bilancio per un valore superiore ai 7 milioni di euro”

Inattendibilità del risultato di amministrazione;

Debiti fuori bilancio. “Particolarmente critica la situazione relativa ai debiti fuori bilancio ancora da riconoscere e privi di copertura finanziaria accertati in misura superiore ai 10 milioni di euro alla data del 30 aprile 2012”.

Carenza di liquidità. Anticipazioni di tesoreria

Ritardato pagamento dei creditori ed esistenza azioni esecutive

Criticità nella prestazione dei servizi indispensabili

Condizione di ente strutturalmente deficitario. Mancato rispetto dei parametri previsti dal D.M. 24 settembre 2009.

Quindi l’attuazione del decreto 149/2011 con la trasmissione degli atti al Prefetto e alla Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica per i successivi adempimenti, ribadendo comunque che “la procedura in atto non impedisce all’ente, ove ritenga sussistenti le condizioni di cui all’art. 244 del TUEL, di procedere autonomamente ed immediatamente alla dichiarazione di dissesto finanziario, evitando il prodursi di ulteriori danni alle finanze comunali che potrebbero esporre i soggetti coinvolti a responsabilità erariale”..

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