VIDEO. «Sei bianca fuori ma il tuo corpo è pieno di biondo sottilissimo veleno». Proprio «come una sigaretta, che in fumo se ne va». Francesco Cutugno, classe 1909, esperto pescatore di Vaccarella con trent’anni di vita tonnarota alle spalle, la canticchiava spesso questa canzone, uscita intorno al 1930, ai tempi del servizio militare, quando fu imbarcato per 28 mesi a bordo della corazzata Andrea Doria, uno dei gioielli della Regia Marina Militare durante il ventennio fascista. La canticchiava sempre, anche quando, ormai anziano, andava a pescare lungo le coste di Capo Milazzo col nipote Salvatore Salmeri: «trovai una donna e somigliava a te e il suo veleno lo diede tutto a me. Come una sigaretta». Una bella canzone dalla melodia fascinosa, avvolgente e con un testo abbastanza eloquente, tanto da meritare l’inserimento nel proprio diario di ricordi.

Francesco Cutugno

 

Già, perché Francesco Cutugno teneva un diario. Ormai anziano, aveva 83 anni, decise di mettere su carta i ricordi d’una vita, approfittando di quel minimo d’istruzione che gli venne impartita da bambino, quando frequentò le scuole elementari sino alla «sesta classe popolare». Tra il 1993 ed il 1996 (morì quasi centenario nel 2006) annotò i suoi ricordi più belli, alternando momenti ora ironici, ora commoventi. Come il dolce ricordo della cara mamma: «ogni mattina, quando passavo per andare alla Tonnara, mi dava una tazza di caffè. Mi voleva bene e quando è morta [ha] avuto la forza di alzare la mano per benedirmi». Nel diario si accavallano ricordi di ogni genere, come le battute di pesca memorabili, i trent’anni trascorsi ininterrottamente alla Tonnara del Tono, i contrasti, spesso aspri, con le autorità civili e marittime che controllavano il regolare andamento della pesca e del commercio locale. Ed ancora le piccole disavventure adolescenziali, come quella registratasi quando aveva 12 anni: vittima di uno scherzo di cattivo gusto, fu costretto a gettarsi in mare nella Praia, là dove oggi sorge la Raffineria. I ricordi di lanciere alla Tonnarella di Vaccarella (aveva 15 anni) e quelli dei brevi viaggi in barca col nonno paterno per acquistare la frutta e la verdura poi vendute a Vaccarella. I momenti di dolore, come la perdita della moglie Maria Tindara, scomparsa nel 1979, o la morte del nonno materno che Francesco non poteva ricordare: se ne andò il 15 agosto 1909, a soli 61 anni, alla Tonnarella di S. Antonino, morso in viso da un insetto mentre dormiva per terra. Ricordi, tanti ricordi, come i sogni che si avveravano sempre, il salvataggio dell’idrovolante nel 1941 e la caduta nel Molo Marullo davanti alla Capitaneria di Porto: aveva ottant’anni, si ruppe il femore e da allora dovette rinunciare ad andare a pesca. Ricordi, come quelli della vita militare. Il servizio di leva a bordo dell’Andrea Doria, con la quale raggiunse la Palestina nel 1929 (avrebbe conservato gelosamente un diplomino che attestava la visita ai luoghi di Gesù), ed i diversi richiami alle armi: nel 1935, quando venne assegnato alla base di Murro di Porco nel Siracusano, nel 1936, a bordo dell’Esploratore Bari, nel 1937, assegnato alle strutture militari del Tarantino, ed infine nel 1939, quando venne trasferito in Albania. Il giovane nipote Salvatore Salmeri, anch’egli pescatore di Vaccarella, venuto a conoscenza delle ricerche condotte dallo scrivente sulla storia marinara di Milazzo, non ha esitato a consegnare alle stampe questa straordinaria carrellata di memorie del nonno Francesco Cutugno, trascritte integralmente così come lui stesso le mise su carta giorno dopo giorno e, soprattutto, col medesimo linguaggio sgrammaticato adoperato dall’autore, sebbene sia stata apportata qualche minuscola correzione per renderne più scorrevole la lettura. L’intero diario è consultabile al link http://diariocutugno.blogspot.com/

MASSIMO TRICAMO