Il comune di Milazzo gestirà il trasporto urbano e i parcheggi a pagamento tramite una società mista di cui deterrà il 51% delle quote. Lo studio curato dall’avvocato catanese Giuseppe Gitto (alle passate amministrative nominato in prima battuta nella giunta in quota Mpa, poi sostituito da Maurizio Capone) si trova sulla scrivania del sindaco di Milazzo Carmelo Pino dall’aprile scorso, ma ora a palazzo dell’Aquila stanno per passare alla fase operativa. Nel riequilibrio di bilancio in fase di approvazione sono stati inseriti 60 mila euro per costituire la società dal notaio

Parcheggi nell’area portuale

ed espletare tutti gli adempimenti necessari per trovare il socio privato che dovrà accollarsi la gestione (i fondi serviranno per redigere il bando, capitolato tecnico, schemi di statuto, patti parasociali, contratto di servizio). Il sindaco Pino ha anticipato che si tratterà di una gara europea. Potrà partecipare chi dimostra di avere l’adeguato know-how presentando un’offerta tecnica, la carta dei servizi e il piano operativo con la proiezione quinquennale dei valori economico-patrimoniale.

Attualmente il trasporto urbano – a dire il vero con scarso apprezzamento da parte degli utenti che lasciano girare i bus semivuoti – è gestito dall’Azienda siciliana trasporti. La gestione delle strisce blu, invece, da una cooperativa che ha ottenuto la concessione del suolo per sei mesi.

I PARCHEGGI. La gestione dei parcheggi a pagamento del comune, prevede attualmente 702 stalli a pagamento in concessione ad una cooperativa che utilizza 30 lavoratori dell’ex Galileo. La gara viene bandita ogni sei mesi. Il canone di concessione che spetta al comune è di 19.950 per anno (più eventuali rialzi d’asta). Garantisce l’accertamento della sosta, la stampa e distribuzione dei tagliandi, il mantenimento della segnaletica. Secondo lo studio, considerando il pagamento di un euro l’ora e un tasso di occupazione degli stalli del 60% il ricavo annuo potenziale è di un milione 537 mila euro l’anno a cui aggiungere quasi 323 mila euro di ricavi da verbali di contestazione (di cui 138 mila da versare al Comune) e, considerando il numero medio di 3 rimozioni al giorno con il carroattrezzi, altri 65 mila euro annui. Complessivamente il ricavo, secondo la proiezione, sarebbe di un milione 925 mila euro. A questi devono essere sottratti 268 mila euro per acquisizione di beni e servizi (equipaggiamenti, affitto di una sede, organi sociali, manutenzioni, materiale di consumo), il costo del personale pari a 925 mila euro, e 42 mila euro di ammortamenti. Il margine industriale lordo sarebbe di 700 mila euro. «Si tratta del 35,8% dei ricavi – si legge nello studio – che aldilà del valore assoluto, indica inequivocabilmente la vantaggiosità economica della gestione del servizio di sosta a pagamento».

IL MODELLO TARIFFARIO. Le tariffe potrebbero essere differenziate rispetto all’attuale. «Una città a vocazione turistica quale è Milazzo fanno si che la città sia particolarmente affollata in determinati periodi dell’anno e in prossimità degli approdi. Ciò costituisce il presupposto per differenziare l’accesso ai parcheggi a pagamento in funzione del periodo e della zona». Viene proposta, a seguire, la differenziazione delle tariffe per zona, frazioni di ora, mezza giornata o giornata intera, week-end, abbonamenti e card prepagata. Prevista anche l’installazione di parcometri intelligenti che oltre ad emettere i titoli di pagamento possono consentire diversi servizi, come fornire informazioni a cittadini e turisti, emettere i biglietti per il trasporto pubblico, biglietti per attrazioni culturali e turistiche, veicolare pubblicità.

TRASPORTO PUBBLICO. Più complessa la gestione del trasporto pubblico locale oggi affidata all’Ast. Il contratto di servizio prevede un totale di 245.311 chilometri annui di percorrenza a fronte del quale viene corrisposto un importo di 649 mila euro (iva esclusa), dei quali 382 mila quale contributo regionale e la restante parte a carico delle casse comunali. Il programma prevede 6 linee per 132 corse feriali e 38 festive, che l’azienda serve con 15 mezzi. Lo studio ammette che si tratta del servizio più oneroso e meno redditizio, ma con alcuni interventi il margine operativo potrebbe arrivare (attualmente il rapporto tra ricavi da traffico e costi operativi è del 31%, inferiore alla soglia minima del 35% richiesta dalla nuova normativa). La proiezione economica viene elaborata considerando il taglio dei contributi pubblici pari al 25%. «Perchè il conto economico possa essere riequilibrato – si legge – occorre intervenire sul lato dei ricavi del traffico – il che non significa necessariamente aumentare le tariffe, bensì, incentivare gli abbonamenti e la lotta al fenomeno del “portoghesimo” – sia sul lato dei costi operativi. In questo modo il rapporto tra ricavi da traffico e costi operativi sale al 47%». Con un costo per chilometro di 1,50 euro il margine industriale lordo sarebbe di 28 mila euro. Prevista l’assunzione di 17 autisti che dovrebbero garantire 8 corse giornaliere a testa, 2 controllori, 2 tecnici e 1 amministrativo. Gli stipendi ammonterebbero a 550 mila euro. Importante anche la voce degli investimenti per 10 autobus nuovi e 5 usati prevedono pari a 600 mila euro per un ammortamento di 60 mila euro annui.