Il catering dell’inaugurazione del castello fa litigare il sindaco Carmelo Pino e il suo predecessore Lorenzo Italiano. Basta con le bugie, per cortesia! -ha scritto Pino in una nota – I cittadini sono stanchi e non possono correre il rischio di essere confusi da dichiarazioni che vorrebbero solo screditare una Amministrazione che invece sin dal primo giorno ha dovuto chiedere ai cittadini sacrifici e rinunce nel tentativo di risanare una situazione finanziaria molto grave».

«Il sig. Lorenzo Italiano nel replicare ad una dichiarazione del sottoscritto sul Castello di Milazzo – continua il sindaco – nella quale si evidenziava l’ennesima anomalia della sua gestione amministrativa, mi accusa di “comunicare notizie che non rispondono al vero pur di creare spettacolo e sensazione nell’opinione pubblica…”.  E aggiunge che farei “confusione”. Ebbene parto proprio da qui per restituire – carte alla mano – al mittente queste affermazioni. Il sig. Italiano dice infatti che le spese di catering sostenute pari a circa 10 mila euro sono state pagate dall’impresa che ha eseguito i lavori relativi all’appalto del Castello e di aver visto la fattura intestata alla stessa impresa, regolarmente quietanzata. Ne prendo atto e con mia grande meraviglia – anche se ormai non mi sorprendo più di nulla – debbo riscontrare che per la stessa occasione i catering evidentemente sono stati due! Infatti in data 16 dicembre 2010 è pervenuta al Comune di Milazzo una fattura per l’importo di 9000 euro da parte del titolare di un noto locale di Milazzo, con la quale si chiede il pagamento di tale somma con la seguente dicitura: “Servizio catering e buffet di dolci, frutta e salato, compreso il beverage, il servizio con 12 camerieri ed il facchinaggio reso per Vs. conto per n. 500 persone in data 23 maggio 2010 presso il Castello di Milazzo in occasione della sua inaugurazione”.

 

Tale fattura non è stata pagata e anzi restituita alla ditta, mancando di impegno di spesa, con una lettera a firma del responsabile dell’ufficio che evidenzia come “codesta ditta, ai sensi delle disposizioni vigenti, potrà far valere le proprie ragioni di credito direttamente nei confronti di chi si è reso responsabile del debito senza curare gli adempimenti propedeutici di rito”. A marzo 2011 la stessa ditta ha dato incarico ad un legale di attivare le procedure nei confronti del Comune di Milazzo per incassare la fattura, anche con una eventuale transazione, preannunciando che in mancanza di riscontro, si procederà a decreto ingiuntivo. Questi comunque sono fatti e non parole in libertà. Certo una considerazione debbo farla: se la pretesa di pagamento del presunto catering risulterà fondata, ci troveremo per quella che il sig. Italiano definisce una semplice “visita di cantiere”  di fronte ad un record difficilmente eguagliabile: due catering in una sola manifestazione. E’ strano però che solo oggi l’ex sindaco parli di visita di cantiere, visto che il manifesto che l’Amministrazione Comunale pro-tempore aveva fatto affiggere lungo le strade cittadine alla vigilia del 23 maggio 2010 e delle ultime elezioni amministrative, annunciava la presentazione del «Castello restaurato» e non «in corso di restauro».

E anche il comunicato stampa ufficiale diffuso dal Comune di Milazzo alla vigilia di quel 23 maggio era chiaro: «Domenica 23 maggio alle 11 – si legge nel comunicato – l’Amministrazione ha annunciato la cerimonia di consegna dell’imponente fortilizio che – si auspica – possa diventare, dopo gli interventi di restauro il riferimento dello sviluppo culturale, turistico ed economico della città. Il sindaco Italiano ha auspicato che tutta la cittadinanza partecipi alla riapertura dell’antico maniero».

Ed ancora il discorso pronunciato dall’allora sindaco il 23 maggio 2010, pubblicato nel sito internet comunale il giorno successivo: «Il Castello rappresenta uno scrigno di cultura che si identifica pienamente con la storia della nostra città – ha affermato Lorenzo Italiano, subito dopo il taglio del nastro (proprio così, taglio del nastro, documentato da servizi fotografici). Oggi restituiamo questa struttura alla collettività….. e, appunto, il maniero appena restaurato”.