IN CLASSE (La città raccontata dagli studenti di Milazzo). Noi alunni della scuola media Garibaldi di Milazzo abbiamo avuto il piacere di intervistare Antony Andaloro, primo blind chef d’Italia, milazzese doc, cieco a causa del morbo di Startgardt, un tempo maestro decoratore d’arte del’ 700,  famoso per proporre ai suoi commensali le sue” cene” sensoriali”. Lui che si definisce un “leone di segno e di fatto” che lotta contro le discriminazioni, ha risposto alle nostre domande con garbo e gentilezza, illustrandoci passo dopo passo il suo ruolo di blind chef e di uomo forte che non si è arreso alle difficoltà imposte dalla sua disabilità. Ha saputo tirare fuori dalla sua condizione grande forza e coraggio per affermarsi nella professione ed è diventato un importante esempio di vita per tutti noi. All’’inizio dell’’intervista, svoltasi nell’auditorium della nostra scuola, ironizzando ci ha chiesto di non fargli domande da un milione di dollari, e si è subito mostrata una persona umile e ironica che ci ha messo a nostro agio.

Cosa significa organizzare “cene sensoriali”?

Le cene sensoriali servono non per far capire i sapori ma piuttosto per farli scoprire. I miei commensali cenano al buio senza conoscere il menu, affidandosi ai 4 sensi per individuare sapori e odori. Io utilizzo il mio sesto senso per capire e scoprire visto che sono un non vedente. Prima le cene si svolgevano bendando i commensali adesso si svolgono a lume di candela ed i miei ospiti indossano una mascherina sugli occhi.

Lei è non vedente dalla nascita?

Io sono rimasto cieco la prima volta nel 2002. Ho fatto due interventi a Cuba. Dal 2009 sono cieco assoluto da un occhio mentre dall’altro percepisco le ombre.

Dopo la malattia cosa le ha dato la forza per ritrovare la creatività e sperimentarla in cucina?

Fondamentalmente la mia famiglia. Grazie all’aiuto di mia moglie ho superato la fase depressiva in cui ero caduto è stata lei a portarmi in un centro per non vedenti in cui ho potuto imparare a vivere al buio e riscoprire il mio estro (che prima utilizzavo per la mia attività di maestro decoratore) che adesso utilizzo per preparare i miei piatti.

Quale personaggio lo ha arricchito interiormente?

Sicuramente la cuoca americana Christine Ha, vincitrice di Masterchef Usa la quale mi ha molto ispirato. Non la conosco ancora la conoscerò nel mio tour che partirà da Phenix dove avrò il piacere di incontrare anche Gordon Ramsey il mago degli chef.

Sappiamo che lei viaggia spesso, qual è stato il suo ultimo viaggio e dove andrà prossimamente?
Ultimamente sono stato a Istanbul, in Turchia, ma anche Dubai. Seguiranno Shanghai, Mosca, Trieste e New York.

Come fa a riconoscere gli ingredienti?
Attraverso i quattro sensi.

Quale parte di lei ha migliorato il fatto di non vedere?
Il cuore, la mia anima e la mia sensibilità.

Gli ha fatto capire in qualche modo le difficoltà che pone spesso la vita e come bisogna fare per affrontarle?
Ci ho vissuto nelle difficoltà, ci sono nato, è fin dalla nascita che ho molte difficoltà visive e sono sempre stato discriminato. La mia battaglia oggi, è far capire che la discriminazione è ignoranza, e sono felice di essere in una scuola dove spesso iniziano le discriminazioni fatte dai compagni di classe. La mia non è soltanto una professione è una vera e propria missione.

La solidarietà per lei è importante. E’ vero che i suoi guadagni vengono devoluti ad  associazioni per bambini non vedenti?

Sì, i ricavati delle mie cene sensoriali vanno ad alcune associazioni , collaboro infatti con l’associazione “la locanda del girasole” di Roma, con l’associazione .”vita 21″ di Enna ed infine con l’associazione ,”noi per Giulia”. Giulia è una bambina cieca che dovrà subire degli interventi agli occhi. Io le sono molto vicino e sarò con lei il giorno del suo intervento rifiutando di partecipare ad una mia premiazione che si svolgerà quel giorno.

Che professione svolgeva prima della malattia?

Ero un maestro decoratore d’arte del ‘700.

La creatività è qualcosa di innato o si può imparare?

Credo si possa pure imparare ma bisogna applicarsi ed essere determinati.

Cosa lo ha spinto ad iniziare la sua carriera di chef?

La voglia di non fallire mai.

Chi lo accompagna nei suoi viaggi?

Nessuno, vado da solo, mi muovo autonomamente accompagnato dal mio bastone e dal mio cane. Mi sento una persona normalissima e vedo più’ degli altri.

Ha mai pensato di aprire una scuola di cucina per persone diversamente abili?

Sì, è proprio nelle mie intenzioni farlo tra breve. Io collaboro già con molte scuole alberghiere in tutta Italia ma mi piacerebbe coinvolgere le persone diversamente abili e far capire loro che la diversità può essere una marcia in più.

Potrebbe lasciare un messaggio di speranza a tanti giovani che nella vita si abbattono anche per un semplice raffreddore?

Ho da sempre vissuto con tante difficoltà ma ho sempre saputo che c’è chi sta peggio di me .Questo mi ha spinto a sensibilizzare le persone invitandole a non discriminare i diversamente abili. E’ questa la mia battaglia eliminare la discriminazione. Ognuno di noi è diverso, ma non bisogna guardare al diverso come qualcosa di lontano. A volte le persone hanno compassione nei miei riguardi e mi chiamano “poverino” ma il poverino non sono io ma loro, poichè a volte chi vede non “vede”, non osserva, perchè da tutto per scontato. Io vado oltre e vedo col cuore.

Andreina La Cava I B, Alessia Palmi e Francesca Foti II B

Istituto Comprensivo Primo – Media “Garibaldi”