ESCLUSIVA. «Questa che stiamo attraversando è la pagina più buia mai attraversata dalla politica milazzese». Con queste motivazioni si è dimesso poco fa in aula consiliare il consigliere comunale Antonio Napoli, esponente del Partito Democratico (Area Renzi). Napoli lo aveva anticipato il giorno dell’insediamento-bis, il mese scorso, che era disposto a fare l’estremo gesto politico di fronte all’impossibilità di operare per il bene comune, vista la frattura insanabile ra la giunta Pino e buona parte dei consiglieri comunali. A prendere il suo posto sarà il primo dei non eletti, Elio Nastasi, fratello dell’ex sindaco Nino Nastasi. ECCO LA NOTA INTEGRALE:

Antonio Napoli

Le motivazioni che mi spingono a questa sofferta decisione nascono, principalmente, dal fatto che ritengo non sia più possibile svolgere con serenità e doverosità le funzioni democratiche di indirizzo e di controllo politico-amministrativo proprie dei consiglieri comunali. Sicuramente gli ultimi anni costituiscono la pagina più buia della politica milazzese e chi si è trovato a viverla, come me, alla prima esperienza istituzionale, orgoglioso di essere stato eletto e di poter fare qualcosa per la sua città, ha subito una profondissima delusione. Ora che, dopo le note vicende, il Consiglio Comunale è stato reintegrato ho ritenuto indispensabile fare un’analisi di ciò che è avvenuto e prendere una decisione che mi sembrerebbe sciocco e solamente vanaglorioso rimandare. Ho valutato, devo dire con molto dispiacere, che il mio rapporto politico con questa Amministrazione si è progressivamente e, forse, definitivamente incrinato; Amministrazione che inizialmente ho sostenuto, in virtù di un accordo fatto dal mio partito – il PD -, perché, comunque, si era riusciti a sconfiggere, insieme, quel centrodestra che tanti danni aveva arrecato alla nostra città. Purtroppo, col passare del tempo, mi sono reso conto che quell’accordo elettorale valeva solo per alcuni soggetti; prova ne è stata, e ciò che dico non lo può smentire neanche il più agguerrito e cieco sostenitore del Sindaco, che su alcuni momenti fondamentali della gestione amministrativa, come, per esempio, la dichiarazione del dissesto finanziario o la nomina di dirigenti esterni in contrasto al piano di risanamento, non ci sia stato assolutamente confronto con il PD milazzese, di cui tra l’altro sono stato l’ultimo segretario cittadino; e non posso trascurare il fatto di aver trovato sempre porte sbarrate ad alcune proposte di pubblica utilità e a costo zero, fatte dal sottoscritto, come il Piano Energetico Comunale, l’istituzione delle fontanelle di acqua pubblica o la creazione del rifugio sanitario per i randagi. Ho analizzato come questo Consiglio Comunale, salve le dovute eccezioni, invece di rappresentare la massima istituzione democratica e rappresentativa della mia città, sia stato scenario di salvaguardia di posizioni politiche precedenti, a mio parere distruttive per Milazzo, o palcoscenico di mediocri estemporanee politiche; e in questo contesto di un Consiglio Comunale parzialmente poco libero e tristemente soggiogato, talvolta, a varie esigenze, si sta consumando l’ultima commedia, quella relativa ad una mozione di sfiducia che sappiamo benissimo non ci sarà mai. Si è praticamente creato un ring dove vi è una continua contesa tra un’Amministrazione che non ha mai amato il Consiglio Comunale e una parte dello stesso che rivendica un ruolo che probabilmente non potrà più rivestire. E preferisco, in questo momento, trascurare tante fumose situazioni, forse non solo frutto di mero chiacchiericcio, che, riguardando presunte strane cointeressenze, meriterebbero una seria attenzione da parte dell’autorità giudiziaria; d’altronde l’aver rilevato ed evidenziato situazioni poco chiare, tra cui qualcuna che aveva arrecato danni economici al Comune e che l’Amministrazione non ha voluto denunciare, mi ha anche causato qualche preoccupazione personale. Chi ha una visione idealistica della politica, scevra da ambizioni e interessi personali, non può che soffrire di fronte a questo clima di guerra permanente che fa solo male alla città. I cittadini devono rendersi conto che, al netto di alcuni specchietti per le allodole, vi è una situazione finanziaria e gestionale terribile e che in questo stato di immobilismo, esasperato tra l’altro dai continui ricorsi alla magistratura (Tar, CGA, Cassazione, Procura, Corte dei Conti), la città rischia di pagare un conto salato. E come ho sostenuto nelle ultime sedute del Consiglio, la cosa più onesta e leale da fare nei confronti dei milazzesi sarebbe quella di ridar loro subito la parola e permettere ai cittadini di eleggere una nuova classe politica che, magari con una visione diversa e meno strumentale, possa affrontare il disastro creatosi negli ultimi lustri. So benissimo che ciò non accadrà e per questo ho deciso di non essere complice di questa lunga agonia che accompagnerà la città in questo scorcio di tempo che manca alle prossime elezioni. Infine, uno sguardo anche all’attività che il mio partito ha svolto in questi anni e che è stato oggetto di recenti attacchi e scontri: la spaccatura avvenuta dopo le elezioni del 2010 si è progressivamente ampliata, anche a causa della mancata discussione politica negli organismi dove vigeva solo la contrapposizione tra chi sosteneva l’Amministrazione e chi si opponeva a ciò. Ciò ha causato la frantumazione della struttura del partito e si è cercato solamente di far valere la legge del più forte, con tragici risultati, però. Oggi mi fanno sorridere i tentativi di discredito di qualche parvenu della politica interno al PD o gli imperiosi divieti di fare attività politica ai consiglieri comunali da parte di chi siede in alcune poltrone in base ad accordi logori e stantii che non sono mai stati oggetto di verifica. Comunque, non sono appassionanti queste diatribe interne portate avanti da chi è in grossa difficoltà o ha ridicole ambizioni; a me interessa che si ricostruisca un Partito che sia veramente Democratico, che diventi luogo di aggregazione e di sviluppo di attività utili alla cittadinanza, dove ogni iniziativa sia condivisa e non frutto di smanie di protagonismo. D’altronde la buona politica si può fare anche lontano dal palazzo. Auguro buon lavoro a chi mi sostituirà, ma vorrei fare un ultimo appello ai miei colleghi consiglieri e all’Amministrazione: c’è ancora la possibilità di far tornare al voto i milazzesi che potranno valutare ciò che ciascuno ha fatto e che potranno scegliere una classe dirigente che sviluppi e incentivi le enormi potenzialità di Milazzo, che una politica inadeguata, chiusa, litigiosa e non costruttiva ha mortificato; un buon governo della città potrebbe portare ad ottenere rimedi per risolvere i problemi finanziari e gestionali, ma è necessaria una forte collaborazione e condivisione tra la parte gestionale, quella amministrativa e quella politica. Questa sinergia adesso non c’è! Sono comunque orgoglioso di aver ricoperto la carica di Consigliere Comunale di Milazzo e di essermi battuto, nel limite delle mie possibilità, per dare dignità e forza a questa importante assemblea elettiva.