LA STORIA. Ignoti avrebbero preso di mira i cani di Ciccio Patti, presidente dell’associazione calcistica Vincenzo Patti, custoditi in un’area recintata a Capo Milazzo accanto allo “Stadio delle Palme” gestito dalla società. A farne le spese è stato un labrador meticcio di quattro anni, avvelenato da un boccone letale. Ciccio Patti,  una istituzione nel settore del calcio giovanile non solo a Milazzo ma in tutta la provincia, è affranto e non nasconde perplessità sull’intera vicenda. Domani Patti perfezionerà una denuncia già fatta oralmente alla stazione dei Carabinieri di via Impallomeni.

Ciccio Patti con uno dei suoi cani

Il cane è morto giovedì scorso. “L’ho ritrovato con la schiuma alla bocca intorno alle 13,45 – racconta Ciccio Patti – immediatamente l’ho portato dal veterinario ma alle 15,30 è morto. Secondo il veterinario gli è stata somministrata una polpetta avvelenata”. Ora Patti teme per gli altri animali. “Dieci anni fa quando la mia società sportiva ha ottenuto in gestione l’area della Fondazione Lucifero (oggi esiste una struttura affiliata al Milan, ndr), abbiamo trovato all’interno decine di cani randagi – racconta – invece di allontanarli o rinchiuderli in un canile, ho deciso di accudirli in prima persona. Così ho recintato un pezzo di terreno distante dalla zona dove si allenano i bambini, in modo da lasciarli liberi di correre e giocare in sicurezza. Ho realizzato al loro interno delle cucce con tutti i confort dove dormire e ripararsi, e giornalmente ho provveduto al loro sostentamento. Erano diventati la mia famiglia”. L’accesso alla zona è limitato, ecco perchè Patti è frastornato. “Oltre a me, possono accedere solo il personale della Fondazione Lucifero e gli operai dell’azienda vinicola Planeta che stanno realizzando un vigneto adiacente al campo sportivo. Escludo assolutamente che i responsabili possano essere ricercati in questa cerchia. Lo ribadisco: lo escludo”. Ma le domande rimangono: a chi da’ fastidio questa colonia di cani in quell’area? Perchè non sono stati ritrovati altri bocconi ma l’unico è stato mangiato dal meticcio come se gli fosse stato dato in bocca da una mano amica? A dare risposte saranno le indagini dei carabinieri che, il mese scorso, hanno dovuto affrontare altri episodi del genere in via del Marinario, sul lungomare di Ponente. “La differenza tra quegli episodi e il mio – conclude Ciccio Patti –  è che i miei cani erano tenuti in un’area privata interna che dalla strada non è visibile”. Il giallo si infittisce. Patti è una istituzione a Milazzo. In quasi 40 anni di attività ha “tolto dalla strada” centinaia di ragazzini formandoli e, in qualche caso, avviandoli anche al calcio semi professionistico.