IL CASO. Il comune di MIlazzo aveva un “tesoretto” custodito in alcuni conti correnti postali. Ad accorgersene sono stati i creditori che, non contenti di pignorare somme alla tesoreria comunale, hanno cominciato ad “aggredire” anche quello alle poste. In sostanza si tratta di quasi un milione di euro affluiti grazie al pagamento da parte dei cittadini dei tributi locali (acqua, rifiuti, oneri concessori) che però, non si capisce il motivo, non venivano utilizzati o trasferiti alla tesoreria.

Le poste di milazzo

A sollevare il caso tredici consiglieri comunali (primo firmatario Franco Scicolone) i quali hanno presentato una interrogazione al sindaco Carmelo PIno, al segretario generale, all’ufficio legale dell’Ente e al collegio dei revisori dei conti, con la quale chiedono di conoscere con urgenza se il Comune ha attivato la procedura di opposizione, al pignoramento che alcuni creditori hanno operato su “ingenti somme che si trovano depositate presso i conti correnti postali del Comune, parte dei quali per diverse migliaia di euro da più di qualche anno”. “La legge – spiega Scicolone – prevede espressamente la impignorabilità di queste somme, poiché possono essere sottoposte a pignoramento solo le somme del Comune depositate disponibili presso il proprio tesoriere. Poiché abbiamo appreso che sarebbe stata pignorata una grossa somma (oltre un milione di euro) da un conto postale, chiediamo di sapere, attraverso una motivata relazione se il Comune ha attivato le procedure di opposizione prevista dalla legge, in quanto in caso contrario, bloccando queste somme, si correrebbe il serio rischio di non pagare gli stipendi al personale in questo mese di ottobre, come più volte rimarcato da questa Amministrazione in occasione delle discussioni sul paventato dissesto”.