MONFORTE. Nemmeno il primo freddo ha fermato il fiume di parole del sindaco di Monforte, Giuseppe Cannistrà, che ha voluto ripercorrere «in modo sincero questi 2 anni e mezzo di amministrazione» alla vigilia della mozione di sfiducia che approderà in consiglio comunale venerdì 27 novembre, alle 18,30. In piazza IV Novembre ha parlato senza lesinare toni duri: «Il paese sta cambiando- ha tuonato Cannistrà- e siamo tutti protagonisti di questo cambiamento ma la soluzione non è certo la sfiducia. Dobbiamo riflettere su come sono andate le cose, siamo chiamati ad un gesto di grande responsabilità: crocifiggere un sindaco così è una cosa fuori dal mondo».

Cannistrà ha così parlato del percorso affrontato dalla sua elezione avvenuta nel giugno 2013, dei problemi che si è ritrovato ad affrontare e della gestione di una comunità che sta attraversando un momento critico. «La sfiducia è un provvedimento che ha una connotazione forte, si attua per fatti gravi e nei confronti di chi ha commesso illeciti».

Il sindaco giudica quindi la mozione come «un amaro attacco di natura personale mentre sarebbe bene che ognuno facesse un profondo bagno d’umiltà».

Il primo cittadino sostiene di essersi ritrovato solo, alla prima esperienza, a dover affrontare la macchina amministrativa, provando comunque sempre a tenere insieme il filo conduttore della sua maggioranza, che tra distacchi e revoche di assessori si andava sgretolando. «Tutto questo ha comportato – spiega – ad un aggravio di deleghe e compiti che non spettavano solo a me, senza considerare che nel frattempo sono aumentati i debiti, i decreti ingiuntivi e vari problemi: in tutto questo periodo chi doveva aiutarmi dove è stato? Era più difficile rimanere e affrontare i problemi sicuramente».

Cannistrà non accetta poi l’essere accusato di stare in poltrona solo per l’indennità di carica: «E’ inammissibile essere accusato di essere qui solo per l’indennità, sono insinuazioni gravi. Chi torna nella propria terra come me va aiutato, il paese sta morendo e non è certo questo il momento della sfiducia, è un gesto irresponsabile».

Il primo cittadino afferma che ha provato più volte a ricucire la crisi della sua maggioranza, provando anche ad attuare l’azzeramento di giunta e staff più volte chiesto da diversi consiglieri:

«Ho chiesto una rosa di nomi il più ampia possibile ma mi sono stati presentati solo cinque nominativi, non mi è stata data un’autonomia di scelta e anche qui mi si accusa di non voler dialogare. Non ho mai chiuso la porta, e la dimostrazione è la nomina dell’assessore Cecchi, proposta dal consigliere Maimone».

Cannistrà parla poi della goccia che sicuramente ha fatto traboccare il vaso: la nomina dell’ex sindaco Franco Giorgianni come esperto politico-amministrativo, assessore designato nella compagine avversaria nelle ultime elezioni. Secondo i cinque firmatari della mozioni quest’azione è stata «l’ennesima dimostrazione dell’incapacità del sindaco ad assumersi le responsabilità che il suo ruolo necessariamente impone, oltre all’assoluta mancanza di strategia politico-amministrativa».

La mozione è stata presentata da cinque consiglieri: Cettina Casella, Rosalia Nastasi e Rocco Visalli del gruppo “La linea continua” e Antonio Pinizzotto e Antonino Vianni, area Pd.

Dodici in tutto i consiglieri in carica e 10 i voti necessari per la sfiducia che porterebbe Monforte alle urne nella primavera 2016.

Le motivazioni che hanno portato i cinque consiglieri a proporre la mozione sono riconducibili alla crisi politica nata in seno alla maggioranza dopo appena un anno di amministrazione Cannistrà: tra revoche, dimissioni e richieste di azzeramento si sono create delle spaccature che hanno frammentato sempre più il consiglio, lasciandolo senza una maggioranza di supporto.

S.S.