Non ha commesso alcun abuso la Commissione elettorale del Comune di Milazzo che in occasione delle elezioni politiche del febbraio 2013 ha stilato l’elenco degli scrutatori da destinare ai seggi inserendo anche due impiegati comunali. Il pubblico ministero del tribunale di Barcellona, Giorgio Nicola, titolare dell’indagine, ha chiesto e ottenuto l’archiviazione per i componenti della Commissione composta dal sindaco Carmelo Pino e dai consiglieri Giovanni Di Bella, Santino Saraò e Antonio Napoli. Ai quattro veniva contestato il reato di abuso d’ufficio poiché nell’elenco – stilato in parte con il sorteggio – erano stati inseriti due dipendenti comunali che risultavano anche impegnati al Municipio negli straordinari elettorali. Secondo la normativa, infatti, “sono esclusi dalle funzioni…di scrutatore…i dipendenti dei Comuni, addetti o comandati a prestare servizio presso gli uffici elettorali comunali». Dagli interrogatori è emerso che la scelta della commissione «è stata legittimamente effettuata in conformità alla circolare ministeriale». Secondo il decreto di archiviazione firmato dal giudice Danilo Maffa non c’è ragione per ritenere l’elemento di dolo del reato poiché – anche in considerazione della prassi – nelle liste degli scrutatori non vengono indicate le rispettive professioni degli aspiranti. Nel corso dell’indagine è stato accertato che i due impiegati comunali avevano pure comunicato agli uffici di essere stati nominati scrutatori, tanto da essere stati dispensati dal servizio nel corso della tornata elettorale ed essere stati messi a riposo per due giorni al termine della stessa, come previsto dalla legge. L’indagine, però, non è stata chiusa. Il giudice nel decreto sottolinea «che la responsabilità della mancata comunicazione dell’incompatibilità all’ufficio (dei due impiegati) risulta pertanto imputabile ai componenti dell’Ufficio elettorale del comune di Milazzo, di cui il dipendente faceva parte». E aggiunge che «in particolare l’omissione appare ragionevolmente imputabile alla condotta negligente del Gangemi (il riferimento sarebbe al segretario comunale dell’epoca, ndr) e degli altri appartenenti all’ufficio elettorale».