Un tratto di mare “maledetto” quello sotto l’ex discoteca Le Cupole di Milazzo. Negli ultimi  anni sono tre i fatti di cronaca che hanno visto protagonista proprio questo triangolo di spiaggia della litoranea di Ponente. Ultimo in ordine di tempo quello del trentacinquenne sordo residente a Bergamo che nella Città del Capo è venuto per trascorrere qualche giorno di vacanza. E che in mare si era tuffato per fare una nuotata senza però mai fare ritorno. A lanciare l’allarme è stata la compagna, sordomuta anche lei. Dopo un pomeriggio di ricerche l’uomo è stato inspiegabilmente ritrovato sotto shock sulla Panoramica, a Levante.

 Un episodio, per fortuna, a lieto fine ma che però si porta dietro, nonostante il ritrovamento dell’uomo, un alone di mistero che in questo momento sembra essere irrisolvibile.

LA MORTE DI AURELIO VISALLI. L’elicottero che lunedì scorso dalle prime ore del pomeriggio fino a tarda notte ha sorvolato sulle acque della Città del Capo ha riportato inevitabilmente alla mente la morte del sottufficiale della Guardia Costiera della Capitaneria di Milazzo Aurelio Visalli che, proprio in quel punto, ha perso la vita nel tentativo di salvare un ragazzo che aveva sfidato per gioco le onde alte del mare di Ponente.

La camera ardente allestita nell’aula consiliare del comune di Milazzo (FOTO OGGI MILAZZO)

La morte di Visalli, per oltre un giorno, ha tenuto con il fiato sospeso i milazzesi esattamente come lunedì scorso. Stessa scena. Stesso posto. La richiesta di aiuto. Le motovedette della Capitaneria di Porto in mare, uomini delle forze dell’ordine lungo tutta la costa, l’elicottero della Guardia Costiera in volo anche di notte.

LA MORTE DEL POLACCO FILIP PIASECKI. Ha sorvolato rumoroso anche lunedì soprattutto su quel tratto di mare “maledetto” dove nel 2012, poco distante, è morto anche il polacco, Filip Piasecki inghiottito dalle onde del mare in tempesta mentre con altri due amici stava facendo il bagno. Proprio lì. In quel triangolo di spiaggia della litoranea di Ponente.

Tre coincidenze che fanno paura. La litoranea di Ponente si estende per oltre sette chilometri. Eppure tutto negli ultimi anni è accaduto ai piedi di una struttura ormai abbandonata da anni che ai milazzesi serve solo ad indentificare quel tratto di mare. Filip Piasecki, di Varsavia, all’epoca trentaduenne, è morto annegato nelle prime ore di un pomeriggio di inizio novembre di dodici anni fa. L’uomo si trovava sulla spiaggia assieme ad altri due connazionali per scattare foto ricordo. Ma è stato inghiottito dalle onde che lo hanno trascinato verso il largo. A nulla sono serviti i tentativi di salvarlo dei due suoi amici rimasti in balia del mare per quasi un’ora e salvati in extremis dai soccorritori. Solo dopo il mare ha restituito il corpo senza vita del giovane polacco. Un pomeriggio drammatico accaduto in prossimità dell’ex discoteca Le Cupole. Come il caso di Visalli. Come il caso dell’uomo sordo che ha origini milazzesi. Uno dei suoi parenti è, infatti, un foto falegname della città.

LA VICENDA DEL TRENTENNE SORDO. Il giovane, padre di due figli, a Milazzo alloggiava in un B&B di San Papino. Dopo pranzo è sceso in spiaggia a prendere un po’ di sole poi ha deciso di fare una nuotata, ha raggiunto il largo e non ha più fatto ritorno. I soccorsi sono scattati alle 14 quando la compagna dopo diversi tentativi (non riusciva a farsi capire) è riuscita a lanciare l’allarme. Dopo un pomeriggio di ricerche per mare e terra lungo la litoranea di Ponente, l’uomo è stato ritrovato a Levante. Un mistero per tutti. A individuarlo tre giovani di Milazzo che alle 23 in punto hanno allertato le forze dell’ordine. Era in stato confusionale, con il suo costume blu e le gambe e i piedi sanguinanti.

Portato all’ospedale di Milazzo è stato dimesso oggi alle 14. Fino a ieri sera si trovava in stato di incoscienza, quando si è risvegliato, un giorno dopo il ritrovamento, ha chiesto e riconosciuto solo la madre. Il giovane, sordo dalla nascita, originario di Bergamo ma residente a Bologna dove vive per lavoro è stato ricoverato fino a stamattina nella “stanza rossa” del Pronto Soccorso dell’ospedale Fogliani.

Subito dopo le dimissioni è stato in Capitaneria di Porto dove è stato sentito per ricostruire la giornata di lunedì ma non ricorda nulla. 

L’IPOTESI. Sulla vicenda è calato il mistero. Solo lui può raccontare la verità ma non ricorda nulla. Si ipotizza un malore (anche solo una semplice congestione) e la corrente alimentata dal forte vento di scirocco lo ha trascinato fino a dopo la ‘ngonia Tono. E poi, in stato confusionale, ha raggiunto la strada panoramica. Un’ora prima che venisse fermato all’altezza del Hotel Riviera da tre ragazzi (Giovanni Caragliano, Giovanni Comandè e Samuele Foti), l’uomo era stato visto per la prima volta vicino via Rotolo, dove c’è una discesa a mare che conduce ad una spiaggetta) secondo una testimonianza pare ancora bagnato.