La sezione milazzese di Italia Nostra dice la sua sul progetto “Parco Traimari” di recente presentato dall’amministrazione comunale. L’associazione presieduta da Guglielmo Maneri mostra il suo disappunto ponendo quattro domande al sindaco di Milazzo Pippo Midili.

«Siamo favorevoli – dice Maneri nel corso di un incontro con i giornalisti – all’acquisto dell’ ex scalo da parte del Comune, ma, prevedendo per il progetto “Traimari” tempi lunghi per il reperimento del finanziamento, intanto la vecchia Stazione e l’ex scalo rimarranno nelle condizioniattuali di abbandono e degrado? E poi non si corre il rischio, con la strada di penetrazione tra Ciantro e Piazza Marconi, di separare l’edificio della Vecchia Stazione e la Piazza dal futuro parco urbano? Se il progetto per l’Area ex Montecatini riguarderà solo parte della stessa, cosa accadrà di tutto il resto? E se è definitivamente tramontata l’idea di un ennesimo parco a prevalente destinazione commerciale a
ridosso della Città? E infine c’è la volontà politica dell’attuale amministrazione di verificare le possibilità di accordo con la Raffineriae riprendere il progetto per fare almeno dell’area Tribò una barriera verde tra la zona industriale e la città?»

Domande che vengono fuori da una ricostruzione storica che Gugliemo Maneri traccia passo dopo passo.

I ”Giardini di Federico” dovevano essere un grande parco, esteso da piazza Marconi fino alla
Raffineria, barriera verde tra la Città e l’area industriale con all’interno giardini tematici, laboratori di ricerca riferiti al settore floro-vivaistico, sale di incontro, centro direzionale, spazi espositivi, biblioteca.
La proposta fu presentata nel 1996 e nel Convegno del 2004 dalla sezione di Milazzo di “Italia Nostra” presieduta dal Girolamo Bambara, nel ricordo del “Parco di caccia” dell’ imperatore svevo e acquisita dal Comune con variante al Piano Regolatore.

Poi venne la privatizzazione dell’Area ex Montecatini e del Centro Mercantile ASI e nel 2012 il
ridimensionamento dei ”Giardini” da progetto di alto livello paesaggistico e scientifico in semplice barriera di verde nell’Area Tribò.
Seguì addirittura la revoca, da parte della Regione, di un finanziamento già concesso e il conseguente ricorso del Comune. Il Tar dette ragione al Comune rimettendo a disposizione il finanziamento, ma il progetto venne abbandonato nel 2015 dall’Amministrazione dell’epoca.

Il “Parco Traimari” ” conserva poco di quell’utopia.

Il progetto vincitore del Concorso di idee indetto dal Comune accoglie solo in parte i contenuti dell’antica idea dei ”Giardini di Federico”, tuttavia prevede tra l’altro un centro direzionale, una macroarea arborea, un’area per spettacoli, rappresentazioni e concerti e uno spazio per l’allestimento occasionale di fiere o mercati specialistici (antiquariato, artigianato, floreale, ortofrutticolo).
Per parte dell’area ex Montecatini, è previsto un altro progetto in partnership con il gruppo Franza,
proprietario dell’intera area e con enti di ricerca per un HUB tecnologico – Incubatore di impresa orientato a “Sviluppare e rafforzare le capacità di ricerca e di innovazione e l’introduzione di tecnologie avanzate”, cosa ben diversa dai laboratori di ricerca riferiti al settore floro-vivaistico ipotizzati nei “Giardini”.
«Ricordiamo – conclude Maneri – che sull’intera area ex Montecatini ricade il triplice vincolo architettonico, etno- antropologico e archeologico (numero 5114 DEL 21/01/98) apposto dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana per cui vanno mantenuti l’aspetto e il volume degli edifici»