Verrà presentato a Villa Vaccarino sabato 2 settembre, alle 18.30, il libro “Kajin e la tenda sotto la luna“. La presentazione del volume che parla di Storie di rifugiati siriani in territorio greco scritto da Enzo Infantino e Tania Paolino è organizzata dall’Associazione Città Invisibili nell’ambito della rassegna culturale il “Giardino Letterario”.

I racconti di vita vissuta da Enzo Infantino, socio dell’Associazione culturale “Città Invisibili”, nella veste di volontario presso il campo profughi di Idomeni in Grecia, al confine con la Macedonia, costituiscono una forte presa di coscienza da parte di ognuno di noi e, allo stesso tempo, ci fanno riflettere sulla ipocrisia di una narrazione che millanta di una Europa culla del diritto, della solidarietà e della civiltà. L’impegno di Enzo Infantino e la preziosa collaborazione di Tania Paolino hanno dato vita a un libro che rimarrà per sempre nei nostri cuori e ci farà riflettere sulle nostre vite e, soprattutto sulle vite degli altri: gli ultimi, i diseredati, i profughi.
Dialogheranno con gli autori: Antonella Longo, socia della Associazione “ Città Invisibili”, avvocato, ha nelle sue corde la forte propensione per le battaglie in difesa degli ultimi e dei bisognosi. Fa parte della Kope ONLUS, una associazione indipendente che realizza progetti di cooperazione in Africa e Cristina Roccella, antropologa. Bergamasca che vive a Lipari per scelta, ha lavorato per più di vent’anni nella cooperazione internazionale. Attualmente è Assessore alle politiche sociali, sanitarie e educative del Comune di Lipari.

IL LIBRO è il racconto dell’esperienza che Enzo Infantino, impegnato da anni in difesa dei diritti umani, ha fatto nei campi profughi greci, dove ha portato il suo sostegno solidale alle migliaia di rifugiati, che per mesi hanno sostato forzatamente a Idomeni e negli altri insediamenti governativi. Qui è riuscito a instaurare rapporti sinceri di amicizia con due famiglie curdo siriane e altri, ha contribuito a creare una rete solidale, che ha legato la Calabria alla Grecia, facendo da supporto o intermediario con istituzioni e singoli. Un’esperienza di tale natura meritava di essere raccontata e divulgata, per diventare monito, riflessione, denuncia. Questa la percezione immediata di Tania Paolino, coautrice, questo l’obiettivo del libro, il quale si configura come una miscellanea di vite vere e verosimili. I due autori si sono confrontati e raccontati, perché anche in questo, come in ogni scritto, ci sono immancabilmente spunti autobiografici, insieme hanno guardato e decifrato ogni singola foto o video, raccogliendo il grido di dolore ma anche di speranza di quelle persone, facendosene interpreti e mediatori.