Si prospetta come uno degli eventi di maggiore successo di questa 65a edizione del Tindari Festival la ‘celebration’ della Taberna Mylaensis, avvenuta al teatro antico 45 anni dopo i successi di Fammi ristari ‘nto menzu dî tô brazzaPopuli e santi, i due album della ‘consacrazione’ artistica del gruppo milazzese. 

Un pubblico numeroso e partecipe ha salutato la band milazzese desideroso di riascoltare un repertorio che definire ‘storico’ è appropriato, perché rimane nella memoria e nel cuore di tanti giovani di quegli anni, in cui la Taberna Mylaensis regalava al pubblico e allo spettacolo un modo personale e originale di eseguire la canzone cosiddetta popolare.

Introdotta e inframmezzata dai racconti e dalle divagazioni di Alberto Cocuzza, storica voce della Taberna Mylaensis (a completare il gruppo Luciano Majo, Tanino Lazzaro e Fabio Sodano, Salvo Nigro e il giovane Marco Molino), la kermesse si è aperta con un canto di zolfatari (Cca sutta ‘nta ‘stu nfernu puvireddi) e un canto di vendemmia, per poi proporre il brano che rappresenta l’apoteosi del gruppo di Milazzo che con Fammi ristari ‘nto menzu dî tô brazza ha messo a segno uno dei più suadenti e ‘clamorosi’ successi del repertorio etnico ‘tradizionale’: il brano che si identifica col gruppo stesso e che trascina nel canto pubblico ed esecutori.

(Foto Cesare Oteri / Facebook)

Brani, quelli che si sono susseguiti, che costituiscono uno stile vero e proprio (oltreché un repertorio), che potrebbe dirsi «stile Taberna Mylaensis», un modo di cantare e suonate che affonda l’aratro della musica e del canto nel solco autentico e profondo del canto di tradizione orale e comunque popolare per stile e vocazione. 

Il concerto della Taberna Mylaensis è stato preceduto e introdotto dalla prolusione dell’etnomusicologo Sergio Bonazinga, dottore di ricerca in Discipline demoetnoantropologiche e docente di Antropologia della musica e Semotica delle musiche etniche e popolari all’Università di Palermo. Bonazinga ha concluso il suo intervento salutando pubblicamente la direttrice artistica, Anna Ricciardi, verso la quale ha espresso vivo compiacimento per la realizzazione del concerto, sua idea e realizzazione. Il concerto della Taberna Mylaensis è stato impreziosito da un filmato a cura di Valentina Fleres e da una serie di elaborazioni grafiche ed immagini di Marco Freni, tratte dai repertori fotografici delle collezioni demo- etno -antropologiche del museo della cultura e musica popolare dei peloritani del villaggio Gesso- Messina, per gentile concessione di Mario Sarica, curatore scientifico del museo.