ISTITUTO RENATO GUTTUSO. Ultimamente è emersa un’importante notizia che ha fatto molto scandalo, quella riguardante il social network Facebook e il suo fondatore, Mark Zuckemberg. Lo scandalo che ha colpito l’azienda è dovuto al caso che sta ruotando attorno alla società Cambridge Analytica e che coinvolge anche il social. Sembra cioè che Donald Trump durante la campagna presidenziale, avesse ottenuto informazioni su 50 milioni di utenti di Facebook. Infatti Zuckemberg, in uno dei suoi tanti post, ha messo in evidenza come queste informazioni su svariati utenti siano state acquisite già nel lontano 2007, quando Facebook ha consentito alle App di condividere gli utenti ed i loro amici fornendo alcune informazioni su di loro. Successivamente, dopo 5 anni, si arriva al 2013 ed è proprio allora che si pensa che le varie informazioni personali e non solo, siano state già prese per poi essere utilizzate, come è avvenuto, in questo scandalo. Tra il 2013 e il 2014 già erano nate diverse piattaforme, come quella di un ricercatore universitario di Cambridge, Aleksandor Kogan, che aveva creato un’App che consisteva in un test della personalità condotto a fini accademici, al quale hanno partecipato circa 270.000 utenti acconsentendo alle condizioni poste, ed i cui dati furono venduti in modo illecito a Cambridge Analytica. Codeste applicazioni sono state istallate in diversi smartphone, circa 300.000 persone hanno condiviso i loro dati e alcuni dati dei loro amici, in questo modo rendendole pubbliche e nello stesso tempo virali.Zuckemberg nel 2015 cancellò immediatamente l’applicazione di Kogan dalla propria piattaforma, dal momento che andava contro le proprie politiche sulla privacy e sulla sicurezza informatica, ma purtroppo oggi si scopre che Cambridge Analytica potrebbe non aver cancellato i dati, pur accettando un controllo forense da parte di uno studio attivato per questo scopo e collaborano con chi sta indagando su quanto è successo. Zuckemberg conclude il post sostenendo che c’è stata una violazione del rapporto fiduciario tra Kogan, Cambridge Analytica e Facebook. Egli comunque si ritiene responsabile di quello che succede sulla sua piattaforma e afferma che farà ciò che serve per proteggere la propria comunità, così da garantire ulteriormente il social e rendere la propria comunità più sicura per tutti, ringrazia comunque tutti coloro che continuano lo stesso a credere nel loro progetto.

Il creatore inoltre pubblica da Facebook sul sito – blog sei punti per riconquistare la fiducia dei propri iscritti: – controllare la propria piattaforma e fare una revisione di quelle attività sospette, informare le persone sull’uso improprio dei dati, disattivare l’accesso per le applicazioni inutilizzate, limitare i dati forniti quando un’app si collega a Facebook, incoraggiare le persone a gestire le App che utilizzano e premiare le persone che trovano vulnerabilità. Facebook, da quando è stato creato, ha offerto molteplici possibilità di comunicazione e non solo, nonostante stia subendo questa situazione, rimane il social, la piattaforma più grande e più vasta che esista sul mercato.

SARA PREVITI IV B

Liceo Artistico