ISTITUTO IMPALLOMENI.  Ci troviamo a Mazzarrà Sant’Andrea in provincia di Messina, paese situato in una vallata ricca di vivai, al cui culmine, vi è l’ex discarica “Tirreno Ambiente” la quale sottraeva spazio a uliveti, coltivazioni varie e agrumeti. Proprio così, anche la natura è stata sottratta da una delle diramazioni della mafia per lasciare spazio a tonnellate di rifiuti, spesso inquinanti, seppelliti sottoterra senza proteggere l’ambiente circostante o scoperti per giorni e mesi al fine di non rendere salubre l’atmosfera, a discapito della salute dei cittadini residenti nel paese e nelle zone limitrofe. A seguito dei molteplici disagi manifestati da parte del comune di Furnari riguardanti l’incuria e la scorretta gestione dei rifiuti, all’alba del 3 novembre 2014, sono stati attuati dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto i primi provvedimenti che prevedevano il sequestro di questo mega impianto di accumulo di rifiuti. Sotto il profilo ambientale, la cittadinanza mazzarrese, è stata posta a gravi accuse, quali violazioni amministrative e penali. Nel dicembre 2015 grazie ad una maxi inchiesta si è scoperto che non era solo la mafia ad arricchirsi dai rifiuti più tossici ma anche ex amministratori comunali e i dirigenti della “Tirreno Ambiente”, tutti processati con l’accusa di peculato e corruzione. Questi ultimi che hanno subito nel corso degli anni numerosi processi, tra cui il più recente l’11 aprile scorso, attendono ancora una sentenza.

Negli ultimi mesi si è aggravata la situazione ambientale della discarica, in quanto anche se è inattiva, è causa di dispersione di “pergolato”, con il successivo fenomeno della contaminazione delle falde acquifere e del torrente adiacente “Mazzarrà”. Ora si spera in una svolta per la rinascita di un futuro rigoglioso per Mazzarrà Sant’Andrea.

ARIANNA GRASSO IA

Liceo Classico