Al centro il consigliere Nino Italiano. Accanto a lui le colleghe Manna e Cocuzza

Al centro il consigliere Nino Italiano. Accanto le colleghe Manna e Cocuzza anche loro firmatarie della mozione

Rilanciare l’economia di Milazzo attraverso le…tettoie sulle terrazze. L’argomento sembra “minore”, in realtà è molto sentito da numerosi proprietari di immobili che da tempo sono impossibilitati a “chiudere” le proprie terrazze o a coprirle poichè l’ufficio tecnico di Palazzo dell’Aquila (2° ufficio di staff), al contrario di altri centri siciliani come la vicina Barcellona, ha deciso nel 2014 di applicare in modo restrittivo l’articolo 20 della legge regionale 16 aprile 2001 n. 4 che regola la materia.

Il consigliere Nino Italiano ha presentato una mozione (firmata successivamente anche da altri colleghi) con la quale impegna il sindaco a formalizzare atto di indirizzo al competente dirigente “affichè si proceda alla revoca della direttiva n.602/2014″. La restrizione, fino ad oggi, ha nuociuto non solo ai proprietari ma ha impedito di lavorare al mondo dell’edilizia (geometri, piccole imprese artigiane, grossisti di materiale edilizio).

«Sempre più frequenti sono le sollecitatzioni ad assicurare, nel nostro comune, l’integrale applicazione delle disposizioni dell’articolo 20 della legge regionale 4/2003 ed in particolare a procedere al riesame della direttiva dell’ufficio tecnico comunale», dice Nino Italiano. La parte “contestata” è quella nella quale si dispone che “non si ‘ritiene ammissibile la realizzazione di tettoia su terrazza praticabile in quanto non espressamente prevista dalla norma in esame e in particolar modo perché la struttura così realizzata costituisce oggettivamente un nuovo locale autonomamente utilizzabile e va ad incidere sulla sagoma volumetrica e prospettica  intervento è soggetta a permesso di costruire. ..».

La norma ha da sempre creato non pochi problemi di natura interpretativa, generando un enorme volume di contenzioso nel territorio regionale. Anche se ultimamente i pronunciamenti in materia contengono una unanime interpretazione sulla “precarietà” delle cosiddette “strutture di chiusura” alla quale il legislatore fa riferimento. «Quanto argomentato – si legge nella mozione – sugerisce di procedere ad una rilettura dell’intero contesto normativo al fine di consentire ai cittadini il pieno esercizio dei diritti loro riconosciuti. La rilettura consentirebbe altresì, all’ente, di avantagggiarsi delle entrate legate all’esecuzione degli interventi previsti dalla norma citata ed innescherebbe una spinta economica positiva in favore delle piccole imprese artigiani presenti sul territorio».