IN CLASSE (La città raccontata dagli studenti di Milazzo). La scuola è molto cambiata nel corso degli anni sotto diversi punti di vista. Sono cambiati gli insegnanti, ancora di più gli alunni. Un tempo l’insegnante, indipendentemente da quale materia insegnasse, era una persona molto rigida, severa, non aperta al dialogo con gli studenti, gli alunni prima non formavano un gruppo classe solido e aperto come accade oggi, non vi era neanche integrazione tra maschi e femmine all’interno della classe. Possiamo dire che oggigiorno ci sono stati molti miglioramenti: “La scuola è comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita integrale della persona” (dall’Atto d’indirizzo del Dirigente Scolastico dell’I.I.S.S. “Renato Guttuso” – Milazzo). Queste non sono solo parole, ma la carta d’identità della scuola che cambia. Noi alunni abbiamo preso coscienza di come la Nostra Scuola si vuole porre nei nostri confronti e nei confronti della società, abbiamo riflettuto su cosa può e deve fare una buona scuola. Siamo convinti che la scuola, prima di dare l’istruzione, dovrebbe educare la persona ed insegnarle ad interagire con il mondo circostante. Sempre nel nostro Atto di Indirizzo si legge: “… ognuno, nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio”. C’è come un’educazione “permanente”, i docenti preparano i ragazzi anche alla vita del domani (una volta superato l’esame di maturità) plasmando quelli che saranno i cittadini del futuro. Sono disponibili e aperti, pur mantenendo il senso della loro funzione. La scuola, secondo noi, dovrebbe essere una grande “discussione” in cui tutti imparano, anche gli insegnanti, perché il mondo è in continuo cambiamento. Ci sono tante diversità, e persone svantaggiate, per vari motivi, nella nostra società. La scuola deve integrarle, con il rispetto verso tutti quanti, senza distinzioni di alcun genere. In questo possiamo dire che la scuola è più avanti della società: da noi ciascuno è accolto e protetto e riesce a dare il meglio di sé. Infine, non dobbiamo rimanere ignoranti. Uno stato vuole i suoi cittadini ignoranti quando intende manipolarne il consenso, come è accaduto nei totalitarismi: un popolo ignorante è più facile da governare! Se rimaniamo nell’ignoranza diventeremo schiavi, con le manette ai polsi, e il concetto di vivere si tramuterà in “sopravvivere”. Sviluppare le nostre intelligenze, istruirci, prepararci: l’unica nostra possibilità è andare avanti senza mai fermarci: la scuola ci accompagnerà.

Daniele Baragona, Giuseppe Bonasera, Chiara Gitto IV F

Istituto “Renato Guttuso”