Si è tenuto in Prefettura l’incontro che Cgil, Cisl, Uil, e le rispettive categorie dell’industria, diretti ed indotto, Filctem, Femca, Uiltec, Fiom, Fim, Uilm, Fillea, Filca, Feneal, avevano chiesto all’indomani dell’incendio al serbatoio alla Raffineria di Milazzo. Dopo aver incassato nella riunione di ieri la disponibilità di Raffineria di Milazzo e Confindustria ad avviare un percorso che veda l’impegno comune di tutti i soggetti dell’area industriale per lo sviluppo e per una sempre maggiore tutela di salute e sicurezza sia del lavoro, che del sito e dell’ambiente, oggi il progetto è stato illustrato al rappresentante del governo. I sindacati preoccupati per i timori ed i disagi che ha subito quella notte la popolazione, e per il susseguirsi di notizie sempre più contrastanti sugli effetti ambientali, hanno ribadito l’urgente necessità di avviare una rapida operazione verità da parte di azienda ed istituzioni per scongiurare inutili, strumentali e pericolose contrapposizioni e per restituire serenità a cittadini e lavoratori. Mentre gli organi preposti sono impegnati a chiarire cause ed effetti di quanto avvenuto – sostengono i sindacati – parti sociali, aziende, enti locali, partiti e associazioni devono invece interrogarsi se non sia o meno il caso, adesso, di abbandonare le vecchie ed inutili dispute e lavorare insieme per far uscire finalmente il territorio da questo annoso stato di impasse che ha penalizzato allo stesso modo la sicurezza ed il lavoro. La zona industriale di Milazzo, o quel che resta – proseguono i sindacati – è oggi il risultato dei mancati interventi e progetti che i governi nazionale e regionale hanno potuto compiere grazie solo alle sterili polemiche che ci hanno accompagnato per anni ed alle annose divisioni tra ambiente ed industria che lasciano alla fine tutto com’è. Occorre dunque andare oltre e rilanciare in concreto il tema della difesa dello sviluppo e della salute in un’area che ha un forte ed immediato bisogno di azioni concrete, deve essere l’impegno principale per tutti, a cui nessuno può sottrarsi. Al di la delle suggestioni, delle paure e delle ipotesi occorre un confronto serio sulle reali condizioni dell’intera area e sulle sue concrete potenzialità. Un percorso che unisca i bisogni ed i diritti e che porti alla definizione di un progetto nuovo che preveda un elenco di richieste da rivolgere alle istituzioni nazionale e regionale, perché tutti da soli siamo più deboli. Alla Prefettura stamani il sindacato ha chiesto di essere la sede naturale di questo confronto.