L’area Civati del Pd chiede l’immediata nascita di una segreteria cittadina che possa dare una direzione politica univoca al Pd di Milazzo. Gli esponenti democratici Pina Miceli, Guglielmo Maneri, Antonio Foti e Paolo Miroddi hanno scritto ai vertici provinciali e regionali per chiedere un intervento immediato. La situazione a Milazzo si è surriscaldata. In assenza di una linea politica precisa il Pd si ritrova all’opposizione in aula consiliare dove i cinque consiglieri guidati dal capogruppo Ciccio De Pasquale chiedono le dimissioni degli assessori tesserati con i Democratici (il vice sindaco Stefania Scolaro e l’assessore Salvatore Gitto). I componenti dell’esecutivo, invece, rivendicano l’accordo elettorale riconosciuto anche a livello provinciale durate il ballottaggio del 2010. «Il Comitato “Milazzo con Civati” ritiene doveroso intervenire precisando che tale dibattito non è stato avvalorato da scelte maturate nelle sedi deputate a determinare l’indirizzo politico e programmatico del partito».

Pina Miceli e Corradino Mineo

La diatriba che ha visto negli ultimi quattro anni contrapporsi i consiglieri comunali del PD eletti nella lista Dem e l’Amministrazione Comunale, ha subito un’accelerazione nel momento in cui, al reintegro del Consiglio Comunale, i consiglieri del gruppo Dem e quelli del gruppo ufficiale del PD si sono riunificati e hanno manifestato una comune volontà critica nei confronti della Giunta, fino al punto di ufficializzare nella seduta consiliare del 18/03/2014 la richiesta di ritiro dei propri assessori. Situazione che «ha naturalmente disorientato gli elettori e nuociuto gravemente alla credibilità e affidabilità del PD, minando le basi per la costruzione di un quadro politico di centro sinistra chiaro e trasparente», si legge nella lettera. Secono l’Area Civati la vicenda è frutto di una “patologica” assenza di Politica. «La delegittimazione costante, da parte dei suoi dirigenti, di organi statutari del partito come l’Unione Comunale e la Segreteria, ha alla lunga portato alla decapitazione dei vertici locali del PD – si continua a leggere  – che sconta l’assenza di un segretario cittadino da oltre due anni, impedendo di fatto il dispiegarsi del confronto politico non solo tra i dirigenti del partito ma anche con gli iscritti, gli elettori, i cittadini e i c.d. “corpi intermedi” (Associazioni, Sindacati e altre formazioni sociali) che operano in città. L’assenza degli organismi legittimati a rappresentare il partito nei rapporti con le altre forze politiche e con l’Amministrazione Comunale, ha indebolito il partito stesso sia nel compito di coagulare intorno a sé le altre componenti per la costruzione di un quadro di riferimento di centro sinistra, sia nel suo potere di condizionamento e di indirizzo delle scelte di governo, lasciate in questo modo, solo alla discrezionalità del Sindaco e dei singoli assessori. Offrendo così all’esterno la rappresentazione riduttiva e fuorviante del c.d. “Partito degli eletti” (Assessori e Consiglieri Comunali) in continua competizione tra loro». Il comitato contesta all’amministrazione «di considerare il confronto con gli alleati un intralcio per le scelte di governo della città», riferendosi al rimpasto di giunta dell’anno scorso  «avvenuto nel chiuso delle stanze del Palazzo senza che fosse preceduto da una doverosa verifica politica». Il rischio più alto di questa mancanza di dialogo, secondo  Pina Miceli, Guglielmo Maneri, Antonio Foti e Paolo Miroddi è quello di vanificare l’accordo con il quale il PD aveva inteso, al ballottaggio, scongiurare il ritorno della destra al governo della città. I firmatari, a conclusione, chiedono la ripresa del processo, avviato qualche settimana fa alla presenza del segretario Provinciale Basilio Ridolfo, di unificazione dei circoli «al fine di procedere all’individuazione degli organismi politici di rappresentanza del partito per una corretta gestione dei rapporti tra partito, eletti e amministrazione Comunale».