ESCLUSIVA. La procura di Barcellona indaga sulla gestione dell’appalto concorso da 12 milioni di euro che ha portato al restauro del Castello di Milazzo. Oggi Milazzo è in grado di confermare che le forze dell’ordine delegate dalla Procura del Longano ha acquisito atti relativi all’appalto concorso e agli stati di avanzamento lavori. Il periodo interessato va dal 2007 al 2010. A quanto pare i magistrati si sono mossi dopo un dettagliato esposto. Ad eseguire i lavori è stato il Consorzio stabile “Aedars scarl- con sede legale in Roma. Lavori previsti dal Pios 5 di “Conservazione e valorizzazione della cittadella fortificata quale bene della Comunità europea-, finanziato per l’importo di circa 12 milioni di euro.

L’ex sindaco Italiano presenta il progetto di restauro del castello

La commissione di gara, presieduta dal dirigente del 6° Dipartimento, ing. Francesco Clmente, era composta dall’architetto Gaetano Montalto e dall’ingegnere Santi Trovato. All’aggiudicazione si è arrivati dopo 15 riunioni ed alcune conferenza di servizi. Dal verbale di gara si evince che il Consorzio stabile “Aedars scarl- di Roma ha totalizzato il punteggio di 93,77 scaturente dalla somma del punteggio per l’offerta tecnica con quella economica.Nello specifico per la realizzazione delle opere di cui al bando del Comune è stato offerto il prezzo di 7 milioni e 491 mila euro, cui si aggiungono 498 mila euro per l’attuazione dei piani di sicurezza e 479 mila euro per la progettazione esecutiva delle stesse opere. Il tempo complessivo utile per l’ultimazione dei lavori è pari a 360 giorni naturali e consecutivi. L’appalto prevedeva sostanzialmente quattro interventi: il recupero della Cinta Aragonese, della Cinta Spagnola, dell’edificio conventuale e del Mastio. Interventi che vanno dalla bonifica, attraverso la -diserbatura e la pulitura di tutti gli ambienti e dei camminamenti-, alla messa in sicurezza e recupero dell’agibilità degli accessi alle singole torri, con mantenimento di stratificazioni, diversità e complessità storiche. L’appalto prevedeva anche il rifacimento ex novo e a norma, degli impianti elettrico idrico e di smaltimento.