Il presidente dell’Autorità portuale nel mirino del Comitato porto di Milazzo. In una nota a firma del comandante Mario Sciotto e di Matteo Di Flavia si contestano le dichiarazioni di De Simone che da tempo promette investimenti nel bacino che tardano ad arrivare e, in qualche modo, continua a sminuire anche il ruolo di Milazzo nell’ambito dell’ente da lui presieduto. L’appello agli amminisratori milazzesi e agli addetti ai lavori è : «Abbandoniamo l’autorità portuale di Messina e riprendiamoci il nosro porto». Riportiamo la nota integralmente:

Matteo Di Flavia e Matteo Sciotto

Se il presidente De Simone avesse una buona memoria -scrivo Sciotto e Di Flavia –  si ricorderebbe che alla sua prima presenza al consiglio comunale di Milazzo gli abbiamo fatto presente che era nostra ferma intenzione lasciare l’Autorità portuale. Dietro sua insistenza e con la promessa che con il suo subentro la situazione del nostro porto sarebbe migliorata, gli abbiamo concesso un’apertura di credito. Mai decisione è stata così errata perché, come ricorda un vecchio detto, abbiamo perso “mastria e capitale”. Infatti, ricalcando le orme dei suoi predecessori l’attuale presidente non ha speso un euro per potenziare il porto di Milazzo e dotarlo di fondali e banchine necessari per il suo sviluppo. A meno che il presidente non consideri opere portuali le palme ed i lampioncini stilizzati che servono come ornamento per il porticciolo turistico e la saletta di attesa passeggeri di proprietà privata. Il suo segretario, Ing. Di Sarcina, dopo un decennio di promesse non mantenute per il dragaggio del porto sino ad una profondità di undici metri, si spinge oltre dichiarando che con gli attuali fondali si possono ricevere navi passeggeri e commerciali anche di grossa portata. Pertanto, visto che dopo tanti anni di attesa i costi per lo smaltimento del materiale di risulta sono enormemente lievitati, fermerà il dragaggio del porto non appena i fanghi avranno riempito parte della futura banchina da costruire. Ricordiamo al presidente che il nostro ingresso nell’autorità portuale è stato compiuto a nostra insaputa e contro la nostra volontà durante un blitz notturno compiuto da autorità locali messinesi, regionali e nazionali tutti della stessa classe politica, compreso il ministro che ha firmato l’atto di nascita dell’autorità portuale una notte del 24-12-1993. Pertanto le sue preoccupazioni per il declassamento del nostro porto da carattere internazionale a regionale, nel caso di una nostra uscita dal suddetto ente, non ci interessano affatto tenuto conto che proprio in veste di porto regionale abbiamo ottenuto un finanziamento pari a 50 miliardi delle vecchie lire. Purtroppo la ditta incaricata è stata dichiarata fallita altrimenti avrebbe completato quei lavori del porto che da oltre decenni l’autorità portuale annuncia essere imminenti dopo ogni bella stagione facendoli toccare con mano e poi scomparire con una sapiente maestria degna del mago Silvan. A questo punto con altrettanta bravura si dimostri come fa il porto di Messina senza avere una compagnia portuale e senza la presenza di una sola industria possa movimentare 15 milioni di tonnellate di merce. Signor presidente, la sua replica è stata un’offesa per la città di Milazzo e ci fornisce un valido assist  per batterci con tutte le nostre forze per staccarci una volta per tutte dalla sua autorità portuale che ostinatamente lavora per affossare il nostro porto e sviluppare quello di Messina.