Centottanta ex lavoratori della raffineria di Milazzo (molti nelle ditte dell’indotto) che hanno fatto causa all’azienda perché sono state riscontrate loro diverse patologie che sarebbero dovute al contatto con amianto e altre sostanze inquinanti hanno presentato delle denunce alle Procure antimafia di Palermo e di Reggio Calabria chiedendo di intervenire sul tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto. Gli operai, difesi dall’avvocato Maria Calderone, si dicono esasperati per l’andamento del loro processo, ancora in fase di stallo dopo sette anni.

Operai protestano al tribunale di Barcellona

Gli operai si dicono avviliti perché vedono vanificato, per cavilli legali, il loro diritto ad avere un risarcimento. Gli ex dipendenti della Raffineria in un documento scrivono: “Questo processo non riesce ad avere una svolta per l’atteggiamento dei magistrati di Barcellona Pozzo di Gotto che cercano di ridimensionare i nostri problemi di salute. Abbiamo denunciato i Ctu nominati dal Tribunale perché non hanno fornito relazioni mediche supportate da esami strumentali per inficiare le nostre cartelle cliniche in cui erano presenti i dati che avvaloravano le nostre malattie”. “Speriamo – concludono i lavoratori – nell’intervento delle Procure antimafia, vogliamo un processo equo basato sulla valutazione dei fatti e dei documenti che sono avvalorati dal ‘Progetto Sentieri’ e dal ‘Progetto Who Euro’ già  considerati per altre situazioni simili come quella dell’Ilva”. (ANSA)