Milazzo non brilla certo per senso civico. Erbacce lungo le strade, cartacce e rifiuti un po’ dappertutto. Eppure da qualche mese sembra essersi registrata un’inversione di tendenza. Si moltiplicano difatti le iniziative di cittadini e volontari desiderosi di una città pulita e decorosa. Il pioniere è senza dubbio l’ex assessore comunale Ciccio Trimboli, da anni impegnato nel ripulire in solitaria gli angoli più suggestivi di Milazzo. I ragazzi di Siciliantica ci hanno ormai abituati ad un impegno costante a tutela del patrimonio storico-artistico, quasi una sorta di Protezione Civile dei beni culturali la loro piccola squadra di volontari che nel giro di appena un mese è intervenuta per ripulire le tombe protobizantine di via Cumbo Borgia, la statua di Luigi Rizzo e le capanne preistoriche di via dei Cipressi. Senza dimenticare le iniziative di Edoardo Macrì a Piazza Nastasi.

Il volontario Enzo Giuffrè

Ma è con l’arrivo dell’estate che gli interventi gratuiti sembrano moltiplicarsi. Prima un gruppetto di sei condomini del complesso “Verde Mare” guidati da Claudio Talotta e Marco Cardone si riuniscono alle 7 del mattino per ripulire il tratto di spiaggia antistante l’ex discoteca “Le Cupole”. «Non potevamo permettere che i nostri bambini si ferissero coi vetri e i rottami ferrosi disseminati lungo la spiaggia», questo invece lo sfogo che cinque turisti di buona volontà hanno affidato ad un cartello anonimo affisso sulla spiaggia antistante la Grotta di Polifemo, dopo averla ripulita, in attesa di un intervento di bonifica che dalle istituzioni municipali è giunto, come ogni anno, puntualmente in ritardo. Infine, proprio ieri pomeriggio l’intervento di due studiosi di storia cittadina, Enzo Giuffrè e Massimo Tricamo, che hanno provveduto a ripulire la pittoresca spiaggetta di Punta Rotolo a Capo Milazzo, suggestiva meta di bagnanti esclusa dall’intervento disposto per quest’estate dal Comune, che a Levante sembra prevedere soltanto la bonifica della spiaggetta di Croce di Mare. «Ci siamo limitati a rimuovere rifiuti non biodegradabili (plastica, vetro, alluminio, ecc.) abbandonati dall’uomo e dall’alluvione del 22 novembre scorso. Appena un’ora e mezza di lavoro in due, per ripulire oltre cento metri di spiaggia, evitando nel contempo che qualcuno possa bruciare i rifiuti in plastica emettendo diossine». Probabilmente altre iniziative sono passate inosservate. Le poche segnalate ci fanno comunque ben sperare.