Chiarire, tranquillizzare, rendere noto una situazione che – a causa di una ridda di voci incontrollate – rischiava di fare entrare nel panico tutti i lavoratori del Comune di Milazzo. Ecco il motivo per cui la Cisl Funzione Pubblica ha deciso di convocare un’assemblea con i dipendenti che si è svolta in mattinata. “La norma per gli enti dissestati – ha spiegato ai lavoratori il segretario generale della Funzione Pubblica della Cisl, Calogero Emanuele – prevede che va rideterminata anche la dotazione organica dell’Ente nel rispetto dei parametri previsti dal decreto ministeriale del 16 marzo 2011 che, nel caso di Milazzo, consente di poter mantenere circa 270 dipendenti in rapporto ai33000 abitanti. Oggi – ha spiegato Emanuele – i dipendenti in servizio risultano circa 200”. A questi vanno aggiunti 175contrattasti che, in questo momento, non vanno considerati nell’ambito della dotazione organica perché titolari di un contratto di diritto privato in forza di lex specialis, “come – ha ricordato Emanuele – ampiamente chiarito anche da un parere dell’Ufficio Legale Legislativo della Regione Sicilia, in quanto non costituiscono rapporto di lavoro, ma semplicemente un rapporto di workfare e, cioè, un rapporto di natura previdenziale che trova il suo parametro costituzionale nell’art. 38 della Costituzione”.

Impiegati comunali

 

Secondo la Cisl Fp, considerata la loro utilizzazione ad orario ridotto, è possibile procedere alla stabilizzazione definitiva prevista dalla Legge Regionale, considerato anche che “oltre l’80% delle risorse è erogato dalla Regione Siciliana e che i contratti opportunamente riparametrati consentono di contenere il tetto massimo dei 270 posti”. Il sindacato ricorda come le procedure per l’approvazione dello stato di dissesto siano lunghe e siano tante le cose che certamente vanno fatte prima della rideterminazione della dotazione organica. “Per assicurare il riequilibrio del bilancio – ha affermato ancora Emanuele – l’Ente sarà costretto ad adottare una manovra strutturale di riduzione delle spese correnti, con una rigorosa rivisitazione delle spese e la riorganizzazione dei servizi con criteri di efficienza, eliminando sprechi e inefficienze che non abbiano per fine l’esercizio di servizi pubblici indispensabili”.