Non toccate le eccellenze milazzesi. A lanciare l’allarme è il professor Biagio Ricciardi, presidente neo-eletto della Società campano-siciliana di Nefrologia e da oltre un decennio a capo dell’unità complessa di nefrologia e dialisi del territorio di Milazzo, Barcellona e Lipari, intervistato da Oggi Milazzo dopo il convegno internazionale svoltosi nella nostra cittadina.

Direttore, qual è lo stato di salute della nefrologia milazzese?

“L’unità operativa complessa di nefrologia e dialisi di Milazzo è tra le più grosse della Sicilia con 19 posti rene e 10 posti letto, tra le migliori in tutta la Sicilia, come evidenzia il Registro siciliano creato nel 2008 dall’allora assessore Russo. Abbiamo costantemente 60 pazienti in dialisi da tutto il territorio, compresa la Valle del Mela e la fascia tirrenica. In più, nel 2009, abbiamo aperto un centro dialisi a Lipari, in modo da permettere una serena vacanza ai dializzati: i turisti, sapendo della struttura, arrivano da tutto il mondo, compresa l’Australia.

Inoltre, in questi 15 anni, la fascia d’età d’ingresso dei malati è aumentata: questo significa che l’osmosi fra ospedale e territorio ha dato i suoi frutti. I medici di base sono più attenti all’argomento, appena si accorgono che i loro pazienti potrebbero avere problemi ai reni li avviano subito alla nostra struttura. Un lavoro importante per la salute del cittadino, che può evitare ai pazienti la dialisi: accorgersi in tempo del problema permette di iniziare prima una serie di trattamenti, riuscendo a mettere in atto una terapia conservativa con procedure e farmaci che non prevedono, appunto, la dialisi.
Senza dimenticare il vantaggio economico: ogni anno un paziente in dialisi costa mediamente 50mila euro. Se ritardo l’ingresso di un paziente per 3 anni con le terapie sopraccitate, avrò aiutato la Sanità a risparmiare 150mila euro, che potrebbero essere investiti in ricerca e personale”.

La diagnosi precoce può aiutare sia la salute che le tasche dei cittadini…

“Esattamente. Alla dottoressa Borsellino, ex assessore alla sanità regionale, dissi che era inutile lamentarsi se abbiamo 4700 pazienti in dialisi in Sicilia con costi altissimi: il vero risparmio è investire nella diagnosi precoce, non tagliare strutture e fondi. Purtroppo, però, secondo il piano della dottoressa Borsellino, la nostra unità sarebbe da sopprimere.
I tagli che si stanno facendo sono legati a una visione del problema: il decreto nazionale Balduzzi-Lorenzin, per quanto riguarda la nefrologia, è fuori dalla realtà, e non parlo solo dei tagli di Milazzo e Barcellona. Dimostra di sconoscere i problemi legati alla nefrologia, proprio mentre per la prima volta riconosce, con un documento, la malattia renale cronica nel nostro Paese. Viene da sorridere: la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra.

Eppure il decreto in sè non è malvagio perché vorrebbe razionalizzare una sanità molto frammentata. Vi sono una serie di ospedali in Sicilia che secondo me non hanno più ragione di esistere, per la sicurezza stessa dei pazienti. Se noi parliamo di parti, bisogna permettere di partorire dove madre e figlio sono sicuri. Non dove si fanno 50 parti l’anno ma dove se ne fanno 1000, dove vi sono equipe rodate. Io sono nato in casa 61 anni fa: se il parto va bene puoi nascere su una macchina o in una foresta. Se qualcosa va storto devi avere una struttura che sappia affrontare un’emergenza: e solo un’alta casistica può permetterti di avere quest’esperienza”.

Non abbiamo ancora discusso del Convegno dello scorso week-end…

“Il Convegno, che si è svolto nella sala congressi dell’Eolian Hotel,  è andato benissimo. Il livello dei relatori è stato estremamente alto, con numerosi ospiti di fama internazionale: tra gli altri il polacco Andrzej Wiecek, presidente dell’EDTA (Società europea nefrologia dialisi e trapianti), lo scozzese Stewart Cameron, padre della nefrologia moderna e il texano Garabed Eknoyan, tra i migliori nefrologi d’oltreoceano e la turca Ayse Balat: in ambiente musulmano trovare una donna preside di facoltà non capita tutti i giorni. E tutti questi grandi esperti non sono andati a Milano ma a Milazzo…”