Anche l’ex sindaco di San Filippo del Mela, Peppe Cocuzza, prende posizione sull’utilizzo di Css (combustibile derivato dai rifiuti) alla centrale termoelettrica di San Filippo del Mela. Entra nel dibattito a “gamba tesa”, prendendo – se ce ne fosse bisogno – ancora distanze dall’attuale amministrazione e dal suo successore, Pasquale Aliprandi. «Il nostro territorio non può tollerare un ulteriore carico ambientale prodotto da un impianto che utilizza il css, un combustibile derivato dai rifiuti scrive Cocuzza – da ex primo cittadino di San Filippo del Mela che ho a cuore il futuro dei miei cittadini e di quelli dell’intero hinterland , mi sento in dovere di dichiarare pubblicamente la mia netta e ferma contrarietà alla realizzazione di questo impianto presso la centrale termoelettrica di Archi. Lo sviluppo dell’intero territorio – aggiunge – deve passare prima attraverso le bonifiche che rappresentano anche un’opportunita’ occupazionale. Da anni i cittadini della Valle del Mela chiedono alle istituzioni un piano di risanamento, purtroppo a tutt’oggi nessun intervento concreto in questa direzione è stato fatto. Esprimo in ultimo, e vale per molti, il mio pieno appoggio alla meritoria opera di salvaguardia ambientale portata avanti con grande passione da padre Peppe Trifirò».

Ieri il consiglio comunale di Milazzo ha votato contro l’utilizzo del Css alla centrale A2a/Edipower. «Un altro mattone è stato messo nel muro che tutti, donne e uomini della Valle del Mela, stanno ergendo per fermare il mega inceneritore da 517 mila tonnellate l’anno». Con queste parole il Comitato “No inceneritore Valle del Mela” ha accolto l’atto del Consiglio Comunale di Milazzo che «dopo aver, lodevolmente, studiato la questione e, molto meno lodevolmente, dilazionato i tempi della decisione, ha finalmente e unanimemente detto no al CSS e all’inceneritore. «Adesso ci aspettiamo che anche l’amministrazione di Barcellona Pozzo di Gotto esca dall’afasia e prenda immediatamente una posizione a difesa della vita dei cittadini del suo territorio. Anche se i barcellonesi non vedono lo scempio del polo industriale, la loro città dista meno di dieci chilometri dai venefici miasmi del tumorificio», esortano. Poi la “solita” stoccata al sindaco Aliprandi. «Dal Sindaco di San Filippo, Aliprandi, ora ci aspettiamo atti amministrativi concreti. L’abbiamo scritto in una lettera aperta, firmata assieme ad altre 30 associazioni. Non ci basta lo specchietto per le allodole del referendum. Esigiamo un’ordinanza che inibisca la combustione e il trasporto del CSS e delle ceneri, tossiche, di risulta. Benché il referendum sia un fondamentale strumento di democrazia, il suo significato viene svuotato se organizzato in un solo piccolo comune che dovrebbe decidere per un comprensorio di 150 mila abitanti».