Trenta milioni di debiti. Altri trenta sono stati accertati ma non li reclama nessuno. Totale 60 milioni di passivo. E’ la strana situazione che dipinge la commissione straordinaria di liquidazione nominata per pagare i creditori del comune e consentire all’ente di uscire dal baratro finanziario. A comporla il presidente Margherita Catalano, Maria Di Nardo e Antonio Danese. A chi non mastica di bilanci la relazione dei commissari potrebbe sembrare ostica, una cosa è certa: i numeri (riferiti al 31 dicembre 2011) sono impietosi e mettono sotto accusa la gestione contabile a partire dal 2004. In sintesi, i debiti complessivi del comune di Milazzo ammontano a 78 milioni 333 mila euro. Considerando che vi sono 17 milioni 834 di residui attivi (somme che deve incassare il comune) ne rimangono 60 milioni 498 mila. Di questi ne sono stati “rivendicati” con 817 istanze “solo” 30 milioni, di cui 22 milioni fuori bilancio (non risultavano nella contabilità dell’ente poichè mai regolarizzati dal punto di vista burocratico). Evidentemente chi non ha chiesto le somme confida di incassare tutta la cifra (e non solo una parte) nel caso l’ennesima sentenza dovesse annullare lo stato di crisi. Con il dissesto, infatti, la commissione pagherà ai creditori fino ad un massimo del 60% delle spettanze (pari a 22 milioni di euro).

La commissione di liquidazione

«Si chiarisce ai creditori – si legge nella relazione della commissione – che tale procedura semplificata pone l’obbligo di pagare entro 30 giorni dalla data della transazione stipulata con questo organo Straordinario di liquidazione e che si è in attesa dell’accredito dei fondi ministeriali di cui al D.L. n. 66 del 24.04.2014. Infine questa Commissione deplora il comportamento di tanti creditori iscritti in bilancio, che avrebbero potuto fare domanda di ammissione alla massa passiva e non hanno ritenuto opportuno farlo, perdendo quindi una occasione di soddisfo, a breve termine, di una buona parte del proprio credito vantato nel confronti dell’Ente». Ma come si arriva a queste cifre? «Per quanto riguarda le cause che hanno determinato il dissesto – scrive la commissione – esse sono tecnicamente imputabili agli enormi disavanzi finanziari accertati, negli anni che vanno dal 2004 in poi, che ammontano ad oltre € -21.680.752,92 cui bisogna aggiungere la inquietante somma riguardante i crediti di dubbia esigibilità che questo O.S.L. ha rinvenuto nei rendiconti pregressi (oltre € 8.357.612,00). Dalle nostre analisi si è ritenuto che queste partite in sofferenza fossero molte di più, per cui, in sede di revisione della massa attiva, si è ritenuto che alla somma appena citata andassero aggiunte altre partite contabili inesigibili per altri € 8.293.528,00, raggiungendo quindi il ragguardevole ammontare pari a oltre € 16.651.139». Questo, invece, il dettaglio (voce per voce) dei 30 milioni di euro di debiti i cui creditori hanno presentato istanza:

Ripartizione dei crediti vantati per tipologia: a) Crediti da prestazioni professionali € 4.951.825,66; b) Rimborso permessi retribuiti per cariche elettive € 460.461,96; c) Indennità Esproprio e Occupazione € 4.032.287,59; d) Crediti di lavoro dipendente € 138.569,37; e) Spese per liti € 547.063,27; f) Risarcimento danni € 2.007.659,54; g) Lavori e Manutenzioni € 3.902.523,88; h) Utenze e canoni € 2.565.356,63; i) Gettoni di presenza e Indennità di carica € 68.179,92; j) Rimborsi Imposte ed Oneri pagati in eccesso € 154.319,07; k) Fornitura Beni e Servizi € 4.688.806,50; l) Crediti varie tipologie minori € 1.945.990,67; m) Cooperative produzione e lavoro € 2.436.533,93; n) Anticipazione tesoreria € 2.173.113,74; Totale € 30.072.691,73; Di cui debiti fuori bilancio € 22.115.461,02; Di cui debiti in bilancio (2011) € 7.957.230,71