IL DIBATTITO. Anche l’associazione “Amici di Milazzo” presieduta dall’architetto Marino Famà, interviene sul dibattito relativo al progetto di realizzazione di un tunnel (o sovraelevata) per collegare l’asse viario di Ciantro con l’area portuale. La stima dell’investimento varia in base all’ipotesi progettuale dagli 8 ai 14 milioni di euro. Un’opera «faraonica» ed inutile secondo l’associazione. Ecco la nota integrale:

In merito alla soluzione prospettata dall’Autorità Portuale per effettuare il collegamento Ciantro – Area portuale e alle dichiarazioni del primo cittadino « per la prima volta con l’Autorità portuale si siano gettate le basi per una discussione seria sull’accessibilità al porto e le diverse soluzioni per rimuoverne gli ostacoli» nasce spontanea la domanda e cioè a quali ostacoli si farebbe riferimento, considerato che il fascio di binari non costituisce più alcun ostacolo dal 1993. Risulta ad oggi inspiegabile, che Amministrazione comunale ed Autorità Portuale debbano fare ricorso a soluzioni così come prospettate dal progettista incaricato (di cui tre in sotteraneo ed una in sopraelevata) per risolvere un problema che non esiste a fronte di un costo di realizzazione stimato tra gli 8 e i 14 milioni di Euro. Sebbene sul sottopasso l’Associazione si fosse già espressa negativamente ed avesse al contempo fatto presente che nulla ostava alla possibilità di realizzare il suddetto collegamento in superficie , il suggerimento non è stato nemmeno preso in considerazione dalle istituzioni interessate. Eppure basta consultare il PRG per rendersi conto che il collegamento tra la via Ciantro ed il porto era già stato previsto 30 anni or sono ed “in superficie”, anzi per l’esattezza ne erano previsti addirittura due: l’uno all’altezza di Piazza Marconi e l’altro in asse alla via Antares. Ciò nonostante il collegamento in superficie non è stato nemmeno ipotizzato dal progettista incaricato: come mai? Si apprende sempre dagli organi di stampa, che «l’opera è ritenuta importante dall’Autorità Portuale, nell’ottica dello sviluppo del porto mamertino», ma non è affatto chiaro ad oggi quale sviluppo sia stato ipotizzato per l’infrastruttura portuale dalle rispettive istituzioni. Resta soprattutto da capire ancora, quale futuro urbanistico sia stato prefigurato per la zona di Acqueviole, quella cioè a valle dell’ex ferrovia e compresa tra la diga foranea e l’hotel Silvanetta, che continua a versare peraltro in una situazione di generale degrado. Individuata dal Piano Regolatore Generale vigente come zona territoriale omogenea “DE2” quale possibile espansione del porto commerciale. Lo stesso piano recepiva all’epoca anche il collegamento diretto con la zona industriale ASI, tuttavia i competenti organi regionali demandarono giustamente la previsione ipotizzata dal PRG ad uno studio complessivo del waterfront attraverso un nuovo Piano Regolatore del Porto, oggi ancora in fase di redazione nonostante l’incarico conferito nel 1998. Nel frattempo però, la nuova bretella di collegamento tra porto e zona industriale fu cancellata dall’ASI per via della prevista ubicazione del nuovo porto commerciale a Giammoro. Resta quindi da valutare con attenzione lo scopo, della “faraonica” e costosa opera, alla luce della vsion futura del porto e del territorio di Milazzo.

Arch. Mario Famà