ISTITUTO LEONARDO DA VINCI. La squadra della città di Milazzo è sempre nel cuore dei milazzesi per questo vogliamo capire le reali motivazioni del fallimento della maggiore realtà del calcio cittadino. A spiegarlo è proprio l’ex presidente dell’Ssd Milazzo 1937, Salvatore Costantino, il mister e un calciatore che ha vestito la maglia della squadra rossoblù nella sua ultima stagione.

E’ l’estate del 2017 quando il glorioso vessillo del Milazzo Calcio si piega ancora una volta. L’Ssd Milazzo 1937, dopo una difficile stagione iniziata nel sogno di approdare in Serie D e conclusa invece al quarto posto, sceglie di non presentarsi ai nastri di partenza di una nuova stagione. Per la terza volta, in dieci anni, il Milazzo fallisce e lo stadio “Marco Salmeri” chiude le porte.

SALVATORE COSTANTINO, imprenditore mamertino, maggiore azionario della squadra della città del capo negli anni più recenti, ci spiega come lui ed i suoi soci hanno maturato la decisione di mollare la spugna.

Presidente Costantino, come si è arrivati alla scelta di decretare il fallimento della società?

Sono accadute delle situazioni spiacevoli come le dimissioni di Bottari (Direttore sportivo – alla vigilia del big match Milazzo – Catania San Pio X in cui ci giocavamo la prima posizione). Dopo quest’episodio Cannistrà, pian piano, si è dileguato, venendo sempre meno sia al campo che agli impegni assunti. Abbiamo cercato di tamponare la situazione, rispettando gli impegni assunti a inizio stagione, nonostante sappiamo tutti come poi siano andate le cose, ovvero con la mancanza promozione in serie D. Mancando Cannistrà, mi sono ritrovato completamente solo, perché tutti parlavano ma di concreto non si riusciva a fare nulla. Avevo da risolvere il regresso che Cannistrà aveva lasciato, sanare gli impegni economici assunti con scadenza. A questo si sono aggiunti dei miei problemi di salute, e dunque, ho lasciato perdere facendo fronte a fattori più importanti che sono venuti in primo piano.

 Vede delle soluzioni possibili per ricostruire la società?

Ormai ne sono fuori, anche perché i rammarichi sono troppi. Sto facendo fronte ad alcune vecchie spese, quindi pensare ad un mio ipotetico rientro è improbabile.

Se ne avesse possibilità, cosa vorrebbe dire ai tifosi milazzesi?

Le iniziative per la loro squadra vanno sostenute, perché nel momento in cui ho dato l’allarme di non poter iscrivere la squadra, non sono stato ascoltato e molti credevano che, alla fine, sarei riuscito ugualmente a iscrivere la squadra. Dimostriamo alle istituzioni che esiste una parte della città che vuole veramente il calcio a Milazzo.

Se potesse tornare indietro nel tempo, cosa cambierebbe?

Chiaramente anch’io ho commesso degli errori, ma quello di avere troppa fiducia negli uomini che mi sono ritrovato attorno nel corso degli anni, è stato l’errore più grande.

Si sarebbe mai immaginato il fallimento del Milazzo?

Come in tutte le cose c’è un inizio e una fine, la mia fine desideravo fosse diversa ma, chiaramente, è avvenuta e ne ho preso atto, me ne sono fatto una ragione. Resterà sempre e comunque una ferita aperta.

Cosa mi saprebbe dire sullo stadio che cade a pezzi?

E’ lo specchio di una città che tende a trascurare la propria storia. In questi anni si è provveduto a mantenerlo in vita con i soli interventi effettuati a cura della società del Milazzo e l’aiuto di qualche appassionato. Oggi, che tutto ciò non esiste più, si assiste ad un totale stato di abbandono da parte delle istituzioni.

Mister Rufini

Mister DANILO RUFINI, quando la società Milazzo l’ha contattata per farla sedere in panchina, quali erano le sue aspettative?          

Appena ricevuta la chiamata, non ci ho pensato su nemmeno un attimo, ho accettato la proposta del Milazzo, società gloriosa, con una tifoseria caldissima, per di più in un posto fantastico. Avevo affrontato il Milazzo tante volte nel corso della mia carriera da calciatore e ne sono rimasto sempre colpito dallo stadio gremito. Insomma, tutti i requisiti per vivere stagioni esaltanti. La chiamata per allenare al Milazzo, mi ha reso felice ed ho accettato con grandissimo entusiasmo.

Cordisco

ANTONIO CORDISCO, come sei arrivato a Milazzo e come sei stato accolto dalla squadra e dai tifosi?

Sono arrivato a Milazzo perché Mister Rufini ha voluto che giocassi nella sua squadra, avendomi già allenato negli anni precedenti e avendo apprezzato le mie doti. Sono stato accolto benissimo da tutti. L’unico rammarico è stato quello di aver perso i play-off e, di non aver avuto il supporto che mi aspettavo dal pubblico. Mi sono trovato benissimo a Milazzo e posso dire che la città merita tanto di più, spero possa tornare al più presto nel calcio che conta.

SANTO ALIOTO, MANUELE SCIACCA IIIA

Trasporti e Logistica