Salvaguardiamo il cimitero inglese nella sua interezza. E’ l’appello lanciato dalla società milazzese di Storia Patria e dalla sezione di Milazzo di Italia Nostra, che in una nota congiunta inviata alla Sovrintendenza di Messina ed all’amministrazione comunale, a seguito della notizia del «ritrovamento di evidenze del probabile cimitero inglese di circa ml 5 x 8» nell’area di cantiere posta ai piedi della cittadella fortificata, chiedono che «venga avviata una campagna di indagini archeologiche più approfondita, finalizzata a determinare con maggiore precisione la natura e l’estensione dell’area cimiteriale individuata. La definizione di “probabile cimitero inglese” lascia aperti alcuni margini di incertezza che sarebbe utile chiarire attraverso un’indagine sistematica, anche al fine di identificare eventuali reperti che possano confermare in modo inequivocabile l’attribuzione del sito».

«Un ulteriore aspetto che merita attenzione – proseguono i due sodalizi cittadini – riguarda la dimensione dell’area emersa, attualmente stimata in 5 x 8 metri. Considerando la presenza, nel cosiddetto “decennio inglese”, di circa 10.000 militari in città, molti dei quali feriti in battaglia o colpiti da malattie letali, appare opportuno valutare se questa superficie sia effettivamente rappresentativa dell’intero luogo di sepoltura. È noto che i militari di fede non cattolica venivano inumati in un camposanto dedicato, il cosiddetto cimitero inglese, e che a Milazzo essi costituivano la maggioranza. Inoltre, un primo esame degli archivi parrocchiali ha già evidenziato il seppellimento nelle chiese cittadine di oltre venti militari cattolici di diversa nazionalità, arruolati nei reggimenti stranieri (Watteville, Royal Corsican Rangers, etc.) al servizio del sovrano britannico. Questo dato suggerisce che l’area identificata possa essere solo una parte di un complesso più ampio, ipotesi che meriterebbe ulteriori approfondimenti».

«Alla luce della straordinaria importanza archeologica del sito – concludono – riteniamo altresì auspicabile estendere le indagini anche a quote inferiori rispetto a quelle dell’area cimiteriale, considerando i numerosi rinvenimenti di età preistorica e classica documentati a Milazzo, dalle esplorazioni del compianto Bernabò Brea fino ai giorni nostri. La stessa cittadella fortificata ha già restituito materiali di epoche antiche, il che rende ancora più necessaria una verifica approfondita».

Intanto qualche giorno fa l’amministrazione comunale aveva risposto ai cittadini che chiedevano chiarimenti sul perché del blocco dei lavori dell’area ipotizzando una sospensione dei lavori decisa dalla Soprintendenza di Messina per il ritrovamento di reperti archeologici.

IL CHIARIMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE. Si attendono gli ultimi adempimenti burocratici per approvare definitivamente la perizia di variante proposta dalla direzione dei lavori per la ripresa delle lavorazioni già dal prossimo mese di marzo per la riqualificazione dell’area esterna limitrofa al Castello.

«Nessuna necropoli sarebbe emersa durante i lavori di scavo nell’area esterna al Castello, dove è in corso un intervento di riqualificazione finanziato con i fondi del PNRR – sostiene l’amministrazione – e quanto ritrovato nei mesi scorsi sarebbero rinvenimenti riferibili a resti di militari inglesi risalenti all’epoca napoleonica». Da qui la decisione di operare una perizia di variante già concordata e approvata nel mese di dicembre scorso dalla Soprintendenza di Messina, che prevede lievi modifiche al previsto percorso pedonale salvaguardando l’abbattimento delle barriere architettoniche da utilizzare come spazio di sosta o riposo e/o belvedere per i visitatori e isolando l’area individuata “che verrà protetta con strato di ghiaietto e con l’impedimento dell’accesso diretto”.