I consiglieri comunali Fabiana Bambaci, Alessia Pellegrino, Mario Sindoni, Pippo Doddo, Rosario Piraino, con Dario Nostro, presidente del circolo territoriale “Gioventù Nazionale” di Milazzo, chiedono l’intitolazione di un luogo della città mamertina alla Medaglia d’oro al Merito Civile, Norma Cossetto e a tutti i Martiri delle Foibe, la cui giornata commemorativa ricorreva il 10 febbraio. «Una richiesta – evidenziano i rappresentanti di “Fratelli d’Italia – al fine di promuovere la consapevolezza storica ed il rispetto dei valori civili. Norma Cossetto, giovane studentesse istriana, catturata ed imprigionata dai partigiani slavi, gettata in una foiba dopo essere stata violentata, è un simbolo di coraggio e sacrificio per la nostra nazionale e incarna il sacrificio di tantissime donne che, ancora oggi sono
oggetto di violenza, discriminazione e sopraffazione».

Immediato il “no” alla proposta della sezione Anpi “Eliana Giorli La Rosa” di Milazzo. «In merito alla proposta inviata al presidente del consiglio e al sindaco, da parte dei consiglieri comunali di Milazzo del gruppo ‘Fratelli d’Italia’, e del presidente territoriale di ‘Gioventù nazionale’ – scrive la sezione Anpi in una nota – di intitolare un luogo della città a Norma Cossetto e a tutti i Martiri delle Foibe, la sezione ANPI ‘Eliana Giorli La Rosa’ di Milazzo esprime la sua netta contrarietà. Norma Cossetto è una vittima della guerra e come tale umanamente va rispettata. E qui finisce la condivisione con il testo dei consiglieri e del presidente territoriale di ‘Gioventù nazionale’. Norma Cossetto apparteneva a una famiglia fascista, era iscritta ai Guf (Gruppi universitari fascisti) e il padre Giuseppe, squadrista della prima ora, aveva ricoperto numerose cariche durante il regime, tra cui quella di podestà. E fu ucciso negli stessi giorni combattendo come ufficiale della milizia al fianco dei nazisti durante l’operazione “Nubifragio”, che fece in Istria 2500 morti civili (anche italiani). In un contesto di violenza e sopraffazione portato dal regime fascista in quelle terre, la giovane viene considerata una nemica dai resistenti locali (italiani e slavi), e quindi arrestata e fucilata. Durante l’occupazione nazista a lei venne intitolato un reparto militare femminile della RSI di Mussolini, Nella rappresentazione che di lei viene fatta nel film Rosso Istria, Norma e i suoi familiari sono mostrati come fascisti che inneggiano al Duce e invocano l’intervento nazista in loro difesa. Se di martirio vogliamo parlare, dunque, si tratta di un martirio fascista. Non italiano. Tutto questo non giustifica il suo arresto e la sua condanna. E questo ci serve per dire che le contrapposizioni politiche che caratterizzarono il secondo conflitto mondiale, non furono tra fascismo e comunismo. Bensì, tra chi era dalla parte dei crimini fascisti (anche in Jugoslavia) e chi lottava per la liberazione dal nazifascismo. Parliamo di due sistemi di valori completamente diversi»

«E in tal senso – continua – non è possibile spogliare la vittima (non la martire, almeno per quanto ci riguarda) da una connotazione politica. Per quel che concerne lo stupro, non vi è nessuna prova certa che sia avvenuto. Ma un conto è ripetere una falsità che prima o poi, a forza di ripeterla continuamente diventa verità, un conto è dubitarne senza escluderla. Ma la verità è che è molto più facile creare il martirologio, anziché interrogarsi sui campi di concentramento, la cattura di ostaggi, le fucilazioni per rappresaglia, la tortura e violenze di ogni tipo, anche sessuali perpetrate due anni prima dall’esercito italiano, negli stessi territori che videro anche l’uccisione di Norma Cossetto. Presentare dunque, Norma Cossetto, come una martire della nazione non rende onore alla realtà dei fatti e nemmeno alle sue scelte di campo. Appare evidente, infine, che con la sua figura non si vogliono commemorare le vittime civili della seconda guerra mondiale, le italiane morte per la patria, né tanto meno le donne in sé o le vittime di violenza di genere. Si vogliono celebrare le vittime fasciste dei partigiani. E fare, ci sia consentita l’ironia su temi così seri e decisivi, di tutta l’erba un fascio. Col solo obiettivo di stravolgere il calendario civile di una nazione, avvelenare i pozzi della memoria storica, mischiare i valori per cui è stata scritta la nostra costituzione. In nome di una ‘pacificazione nazionale’ tanto autoassolutoria quanto falsa. In nome di una memoria condivisa, impossibile se si ignorano le complessità, le contraddizioni, le omissioni dei fatti storici di una parte politica che non ha fatto i conti col suo passato.Quindi, sì parli delle foibe e se ne continui a parlare. Ma con una cassetta degli attrezzi adeguata alla verità storica. Ricordando i crimini compiuti in Jugoslavia dai titini e dai fascisti prima dei titini.Se proprio si vuole parlare di morte, sì parli di vittime e non di martiri. Rispetto per la storia umana di Norma Cossetto, rigetto per chi ancora oggi compie un operazione di abuso politico del corpo di una donna e di uso politico della storia. Non in nostro nome».

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Francesco
Francesco
1 mese fa

Wikipidia la vicenda di Norma Cossetto la racconta diversamente. L'”ANPI locale”, distante da quei luoghi piu’ di 1,600 Km avra’ informazioni piu’ “attendibili”. Se le cose fossero andate come racconta “L’ANPI locale”, perche’ nel 2005 Noma Cossetto fu insignita della medaglia d’oro al valor civile?

Fasci e martelli
Fasci e martelli
1 mese fa

Come mescolare vicende ideologicamente opposte approfittando della (cortissima) memoria storica degli italiani, popolo che, un tempo, era di poeti, navigatori ed inventori ed, ora, è tristemente diventato un’accozzaglia di creatori di fake news e laureati nella prestigiosa università di Facebook

gigi
gigi
1 mese fa

Oggi escono allo scoperto: combattono la magistratura (22 magistrati uccisi), i giornalisti (12 uccisi) e le istituzioni sovranazionali per avere “mani libere”. L’avallo alla legge del più forte, oggi rappresentata da Trump, ci porterà al disastro.Il voto per l’elezioni comunali ha un peso nazionale

gigi
gigi
1 mese fa

Purtroppo con la fine di Mussolini non è mai scomparso il fascismo. Da allora ad oggi ha combattuto contro il sistema democratico nato dalle rovine lasciate dalla II guerra mondiale: attentati terroristici, uccisioni di politici che operavano per una democrazia compiuta.