CONCORSO OGGI MILAZZO IN CLASSE / ISTITUTO IMPALLOMENI. Si è svolta al teatro Trifiletti di Milazzo, la “Giornata della legalità” con il coinvolgimento di studenti provenienti da tutti gli istituti superiori di Milazzo. L’associazione giovanile “La Fenice”, promotrice dell’evento, ha voluto così celebrare l’anniversario della legge 109, emanata il 7 marzo del ‘96 per consentire l’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati alla mafia.
L’evento ha rappresentato, altresì, una tappa importante del percorso verso il 21 marzo, Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia. La manifestazione si è svolta in due distinti momenti: il primo dedicato alle testimonianze dei
parenti delle vittime di mafia e il secondo incentrato sul ruolo della magistratura e delle istituzioni nel contrasto alla criminalità. Significativa la presenza sul palco di una sedia vuota a rappresentare l’assenza di chi è stato vittima della violenza mafiosa.

Gli studenti hanno potuto così conoscere la storia di Domenico Nicolò Pandolfo, grazie al racconto del figlio Marco. Domenico, originario di Pace del Mela, negli anni ’90 era uno stimato primario del reparto di neurochirurgia di Reggio Calabria. Un giorno, si trovò ad operare una bambina giunta in condizioni disperate, la figlia di un potente membro della ‘ndrangheta. A seguito della morte della piccola paziente, il 20 marzo del ’93, Pandolfo venne assassinato con 7 colpi di pistola.

Nonostante le indagini e le evidenze, gli esecutori non furono mai arrestati e il processo venne archiviato. Pandolfo non è stato, pertanto, riconosciuto come vittima di mafia, anche se l’associazione “Libera”, ogni 21 marzo, recita il suo nome insieme a quello delle altre innumerevoli vittime. Particolarmente toccante è stata anche la testimonianza dei fratelli di Graziella Campagna, Piero e Pasquale, i quali da decenni si adoperano per mantenere viva tra i giovani la memoria della sorella, uccisa barbaramente, a soli 17 anni, perché aveva scoperto l’identità di un boss latitante.

Nel suo accorato intervento, Piero Campagna ha ripercorso il travagliato iter processuale, durato ben 24 anni, che ha condotto alla verità e alla condanna dei colpevoli. Nonostante ciò, ha manifestato profonda delusione e amarezza in quanto uno degli esecutori dell’efferato omicidio da qualche anno gode della semilibertà. Alla domanda: “Cosa possono fare i giovani per combattere la mafia oggi?”, Pasquale ha risposto: “i giovani devono conoscere e ricordare, perché la mafia spesso si mimetizza come un camaleonte e va riconosciuta, per questo bisogna attrezzarsi, esercitarsi quotidianamente a contrastare ogni forma di silenzio e di omertà”.

Nella seconda parte dell’incontro sono intervenuti Maria Teresa Collica, docente di Diritto Penale, Ennio Fiocco, giudice onorario e Massimo Romano, avvocato. La docente ha chiarito agli studenti la tra il regime del 41-bis e l’ergastolo ostativo, spiegando l’origine e la funzione di questi e di altri strumenti volti a contrastare il fenomeno mafioso. Tutti gli intervenuti hanno poi ribadito il ruolo determinante che anche il cittadino può svolgere per indebolire il potere della malavita, soprattutto
sul versante economico e del discredito sociale.
«E’ stata una manifestazione di grande interesse – ha affermato Alice Alacqua della II C – Scientifico
del Liceo Impallomeni – su tanti aspetti noi studenti avremmo bisogno di ricevere ulteriori approfondimenti, per conoscere meglio la realtà che ci circonda e svolgere un ruolo più attivo»

Giulia Mancuso II B

Istituto D’Istruzione Superiore “G.B. Impollomeni” – Liceo Scientifico – Milazzo