Ventiquattro anni di silenzi, di battaglie personali e di tantissima sofferenza. Eppure l’unica risposta che Muguette Baudat, madre della Guardia Svizzera Cédric Tornay morta il 4 maggio del 1998, è riuscita ad avere è una lettera di Papa Francesco. Ad ottenerla in maniera assolutamente eccezionale è stata l’avvocato milazzese Laura Sgrò, legale di Muguette e autrice del libro “Sangue in Vaticano”, volume edito da Rizzoli che svela le inquietanti verità sulla strage nella Guardia Svizzera.

Laura Sgrò con il suo libro “Sangue in Vaticano”

Laura Sgrò, avvocato sempre alla ricerca della verità, alla versione data dal Vaticano sulla morte di Estermann, della moglie e di Cédric non ha mai creduto. Lo dice forte e chiaro nel suo libro, senza tralasciare nessun dettaglio. Neanche quelli più brutti e dolorosi. E lo ripete con la stessa forza al Santo Padre. «Ho inviato il libro al Papa – dice Laura – e mi ha risposto. Non posso svelarvi il contenuto perché quella che ho ricevuto è una lettera personale. Ma è stato un grande gesto di riconoscenza anche per la famiglia di Cédric Tornay. E’ il primo atto concreto dopo ventiquattro anni. E questo significa che probabilmente, forse, un minimo di ragione ce l’abbiamo».

Laura Sgrò, esperta di processi penali vaticani si occupa del caso Estermann dal 2019 da quando ha chiesto la riapertura delle indagini vaticane. Più volte alla ribalta della cronaca grazie ai casi come il secondo Vatileaks, il più importante processo celebrato in Vaticano per fuga di documenti riservati e come quello di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana scomparsa nel 1983, adesso è tornata a far parlare del suo lavoro con l’uscita del suo primo libro. Un libro che parla di silenzi, di verità, di strategie per impedire che la verità possa venire fuori. Lo ha presentato ufficialmente martedì scorso davanti a un pubblico numerosissimo che ha invaso la Galleria Esedra (Libreria la Feltrinelli) di Roma. Alla presentazione era presente anche Muguette Baudat. Occhi sempre sgranati e un sorriso che camuffa un dolore che gli anni non hanno mai attutito, per tutto il tempo è rimasta seduta in prima fila ad ascoltare le letture dei brani dell’attrice  Laura Lattuada e le parole del vice direttore del Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini che ha moderato l’incontro.

Muguette Baudat, madre della Guardia Svizzera Cédric Tornay

Il caso della morte del comandante Estermann, successo in Vaticano, nel cuore della cristianità, ha fin da subito suscitato un grande scalpore soprattutto per il fatto che dopo un’ora era già stato dato Cedric come colpevole. I medici legali entrano in casa a fare i rilievi alle dieci e intorno alle dieci e mezza di sera la madre viene informata del fatto, mentre all’una la sala stampa dirà già come tutto è avvenuto. Non vengono fatti rilievi, nemmeno delle tracce ematiche, non c’è un’analisi del sangue, non è stata presa nessuna traccia biologica. Adesso a ricostruire tutte le incongruenze di una indagine “sommaria”, è stata proprio Laura Sgrò.

La Galleria Esedra di Roma

Il libro è il racconto dello studio che la legale siciliana, dopo diverse istanze e persino l’intervento dello stesso segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha potuto fare al tribunale vaticano del fascicolo di archiviazione del caso dell’allora comandante della Guardia Svizzera, Alois Estermann, e del suo subordinato Cedric Tornay. Dallo studio dei documenti emergono dettagli “illuminanti” su una indagine frettolosa e che all’epoca, era il 1998, aveva sollevato moltissimi interrogativi  aprendo il campo anche a speculazioni e dietrologie. «Ad esempio – confessa Laura Sgrò, forse l’unico soggetto estraneo al Vaticano ad aver mai potuto visionare interamente le carte – loro chiamano l’ambulanza e questa viene lasciata fuori dalla porta di Sant’Anna. La rimandano indietro per questioni di riservatezza, che motivo c’era? Loro non avevano ospedali o strutture mediche dove effettuare controlli e autopsie. E poi, sono state censite, solo dagli atti giudiziari, venti persone che sono entrate sul luogo del delitto, quella sera pioveva, nessuno aveva calzari, nessuno aveva mascherine». Tutti elementi che portano Sgrò a dire che il caso si potrebbe “riaprire” perchè “l’indagine è stata condotta male”.

Laura sgrò durante le interviste

«Le ricostruzioni – conclude Laura – mirano ad allontanare l’ipotesi di un quarto uomo che però in realtà non è mai stato cercato». E sulla versione così velocemente fornita alla stampa, aggiunge: «le ipotesi sono due: o che la versione ufficiale è stata fornita a tavolino con eccessiva superficialità o che in realtà bisognava dare immediatamente un colpevole in pasto ai giornali». Ma le ipotesi a Muguette non bastano più. Vuole la verità. Ed è esattamente quello che vuole anche Laura Sgrò.

Libreria la Feltrinelli