I giudici del Tar Palermo hanno accolto il ricorso presentato da A2A Energiefutures Spa e annullato il provvedimento con il quale l’assessorato regionale al Territorio Ambiente aveva negato la realizzazione di un nuovo impianto di trattamento e recupero della frazione organica dei rifiuti urbani nel Comune di San Filippo del Mela.

 «Non sussistono ostacoli alla realizzazione dell’impianto privato, tenuto conto del resto sia dall’esplicito nulla osta rilasciato in seno alla nota di chiarimento del 22 gennaio 2021; sia, della circostanza per cui la Commissione tecnica specialistica (Cts), nel rendere il parere negativo finale, non ha comunque tenuto conto di quanto esposto dalla SRR con la suddetta nota, la quale pone sostanzialmente in una linea di continuità (e di chiarimento)», scrivono i giudici. 

Alla società leader in Italia di produzione di energia e gestione dei rifiuti era stata bocciata la valutazione di impatto ambientale per costruire un impianto di trattamento e recupero della frazione organica dei rifiuti urbani per 75.000 tonnellate anno e produzione di biometano da immettere in rete e di compost per gli usi agricoli. L’impianto è previsto nell’interno del perimetro dell’esistente centrale nel Comune di San Filippo del Mela, in una zona per «insediamenti industriali». 

Il nuovo impianto è stato dimensionato tenendo conto dei fabbisogni di trattamento della frazione organica da raccolta differenziata della provincia di Messina (estendendo eventualmente il bacino di utenza alle province limitrofe, Catania, Enna e Palermo) stimati al 2023 a partire dai dati ISPRA e secondo le ipotesi formulate nel Piano Stralcio della Regione Siciliana per la gestione integrata del ciclo dei rifiuti .
 
«Con riferimento al trattamento e recupero dell’umido – prosegue il Tar – i piccoli Comuni potrebbero trovare giovamento dalla realizzazione di impianti di prossimità e comunità. Le provincie di Siracusa, Messina, Trapani ed Enna sono sprovviste del tutto di impianti per la frazione umida. Tutte le provincie, con la sola eccezione di Catania, dispongono di un’impiantistica del tutto insufficiente con la conseguenza, che anche per la frazione umida proveniente dalla raccolta differenziata, si percorrono centinaia di chilometri per il conferimento negli impianti molti dei quali operano al limite di capacità. Sebbene il diniego di Via non si basi sull’assenza di tale nulla osta, lo stesso dovrà comunque essere acquisito in sede di rinnovata istruttoria, in quanto l’area su cui dovrà sorgere l’impianto è inclusa nel sito di interesse nazionale, con il citato decreto ministeriale 11 agosto 2016». 

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Ex dipendente enel
Ex dipendente enel
1 anno fa

Maimone a sughiti stu ovu.

tutto inutile...
tutto inutile...
1 anno fa

che raffinatezza, ma si vergogni

Roberto
Roberto
1 anno fa

Chiedo scusa se fosse così ….sarei molto d’accordo… Quando sento A2A mi viene in mente inceneritore di Brescia …tra l’altro proprio oggi la notizia …..Brescia la città più inquinata d’Europa…

Peppe
Peppe
1 anno fa

Scusate ma leggo di ciminiere fumi combustione ecc. L’impianto in questione non avrà nulla di tutto questo perché tutto è tranne che un inceneritore o termoconvettore. Trattasi di trattamento della parte organica quindi di un biodigestore cioè un digestore BIOLOGICO. Produrrà metano e concime .

Roberto
Roberto
1 anno fa

industria?.ma voi sapete che per generare energia si brucia di tutto e da dovunque provenga senza ritegno ma solo per il fine di aver profitto … Non ci è bastata la raffineria adesso…parliamo di BIO…a Brescia la centrale del latte a rimandato indietro latte perchè contaminato da particelle pes

Gandalf
Gandalf
1 anno fa

Vedo un po’ di confusione nei commenti. Guardate che è stato autorizzato un impianto per il trattamento dell’umido (che viene sottoposto a macerazione anaerobica-senza aria- per produrre bio gas e il residuo concime) e non un termovalorizzatore. Non si brucia niente.