Il Tribunale della Libertà di Messina ha annullato le ordinanze di custodia cautelare per due milazzesi coinvolti nell’operazione antimafia della Dda che ha portato all’emissione di 86 provvedimenti giudiziari legati a tre distinte ordinanze che spaziavano dallo spaccio di stupefacenti, al controllo di locali e alla gestione di case di piacere.

Il tribunale ha annullato l’associazione mafiosa e rimesso in libertà Davide Canevari, proprietario di un immobile nel centro storico di Milazzo. Canevari – che aveva affittato la casa ai gestori delle “lucciole” che offrivano sesso a pagamento – era accusato di essere partecipe dell’associazione mafiosa barcellonese finalizzata alla gestione di un ampio giro di prostituzione e, per questo, arrestato il 22 febbraio scorso dai Carabinieri del Ros di Messina. Il Tribunale del riesame di Messina  ha annullato la relativa ordinanza  per il reato di associazione mafiosa nei confronti dell’uomo, disponendo immediatamente la liberazione dell’indagato. Accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Gaetano Pino il Tribunale ha, infatti, ritenuto non sussistente la sola aggravante mafiosa ed ha revocato gli arresti domiciliari applicando la  misura dell’obbligo di firma.

Annullata anche l’ordinanza di custodia cautelare anche per Patrick Emanuele, 39 anni, difeso dall’avvocato Pinuccio Calabrò. Era stato sottoposto agli arresti domiciliari in relazione a quattro contestazioni in materia di detenzione e cessione illecita di stupefacenti, fatti risalenti ai mesi di luglio-ottobre 2017, nonché per la partecipazione al reato associativo ai fini di spaccio. Secondo il tribunale «dopo la suddetta data le risultanze investigative non offrono alcuno spunto per concludere che l’indagato abbia proseguito nella condotta incriminata dal 2017 al momento dell’applicazione della misura non si colgono dal compendio investigativo in atti elementi di perdurante pericolosità sociale del ricorrente». Emanuele è stato scarcerato e non dovrà sottoporsi nemmeno all’obbligo di firma.