Alessandro Foti durante l'intervista con Riccardo Iacona per Presa DirettaCervelli in fuga, Presa Diretta (Rai 3) intervista a Berlino il ricercatore milazzese Alessandro Foti 6 Febbraio 2022 Cronaca 9 Commenti Il ricercatore milazzese Alessandro Foti sarà uno dei protagonisti di Presa diretta, la trasmissione di inchieste di Rai 3 condotta da Riccardo Iacona che ritorna in onda domani, lunedì 7 febbraio alle 21,20, con la nuova stagione. Si intitola “Cervelli in fuga” e si occuperà del mondo accademico e, in particolare, sui concorsi con cui si assegnano cattedre e dottorati nelle università italiane. Iacona è andato a trovare Foti a Berlino e tenterà di capire se i concorsi pubblici con i quali vengono selezionati i professori in Italia servono davvero a scegliere i migliori oppure se vincono quelli che “dovevano” vincere. Il milazzese è un ricercatore con pubblicazioni sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, nonostante la sua preparazione è stato costretto ad emigrare. Alessandro Foti ha ottenuto un dottorato in Biochimica nel 2017 all´università di Potsdam. Dopo il dottorato è stato assunto dal Max Planck Institute for Infection Biology di Berlino, tra i piú importanti istituti all’interno del mondo accademico tedesco, dove continua le ricerche nel settore dell´immunologia. Lavora nel gruppo del professore Arturo Zychlinsky che si occupa dello studio sperimentale di un tipo di cellule del nostro sistema immunitario che si chiamano neutrofili (arrivano per primi durante le infezioni per contrastare i microbi invasori). Foti studia i processi biochimici con i quali i neutrofili attaccano ed eliminano i batteri patogeni. «Tema centrale dell´incontro con Iacona – anticipa Foti ad Oggi Milazzo – é stato il fatto che l’Italia produce un numero altissimo di ricercatori ben preparati che poi però spedisce all’estero con un biglietto di sola andata. Un’assurdità della quale si parla poco e male». «Durante questi anni, parallelamente all’attività di ricerca, mi sono interessato di formazione superiore e mondo accademico, e delle differenze tra il sistema italiano e quello tedesco – continua – Ho avuto la conferma che lo Stato e il sistema politico tedesco vedono la ricerca accademica come un qualcosa di strategico per la loro società, e quindi lo prendono molto sul serio con norme e finanziamenti adeguati. Il nostro sistema universitario e accademico italiano invece si confronta con problemi strutturali e di lontana provenienza che purtroppo sembra che nessuno sia davvero interessato a risolvere. Questo crea un danno incalcolabile per l´Italia (particolarmente evidente durante periodi di pandemia) e quindi credo sia importante portare il tema all’attenzione del dibattito pubblico». Riccardo Iacona ha contattato il ricercatore milazzese dopo aver letto alcune sue posizioni diffuse online proprio su questi temi. Il giornalista di Presa Diretta era interessato a conoscere in dettaglio come funziona il mondo della ricerca in Germania. I temi dell’intervista sono stati soprattutto le differenze tra il sistema tedesco e quello italiano, cioè: Mobilità (il sistema tedesco tende a promuovere la mobilità dei ricercatori all´interno delle università, per contrastare campanilismo e interessi loca); Risorse economiche (lo Sato tedesco investe circa l´1,25 % (che va aumentando ogni anno) del PIL in formazione terziaria. L´Italia lo 0,75% (Eurostat)); Selezione meritocratica dei ricercatori (in Germania le selezioni e i bandi sono aperti a candidati esterni. Cioè, il finanziamento va a premiare il nuovo profilo e la nuova competenza del candidato); Internazionalità (il sistema accademico tedesco è misto ed include un gran numero di stranieri.) Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 9.811 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT