I comuni di Milazzo, San Filippo del Mela e la Raffineria di Milazzo presenteranno ricorso al Tar del Lazio sul decreto di riesame Aia firmato dal ministro Cingolani l’11 gennaio. È quanto emerge dal vertice di stamattina che si è svolto al Comune di Milazzo a cui hanno partecipato i rappresentanti dell’azienda, i sindacati, Sicindustria, la locale Camera di Commercio e i sindaci dei due Comuni interessati con i relativi presidenti dei consigli comunali ed i capigruppo. Due i ricorsi: uno “politico”  presentato dai comuni che contestano al Ministero di non avere tenuto in considerazione una loro nota con la quale chiedevano di rivedere i termini dell’Autorizzazione; il secondo dell’azienda petrolifera che punta su aspetti tecnici, ed in particolare sui valori del camino E10 le cui emissioni tecnicamente non sarebbe possibile abbassare per rispettare i nuovi limiti imposti senza fermare molti degli impianti attualmente in marcia.

E’ stato il sindaco di Milazzo Pippo Midili a fare il punto della situazione, ripercorrendo l’iter legato alla riapertura dell’Aia, la richiesta delle prescrizioni sanitarie legate a determinati studi e poi la vicenda del camino E10,  quello dove avviene il recupero dello zolfo, con la richiesta avanzata nel corso dell’ultima riunione in conferenza di servizi di rimodulare le prescrizioni, da loro richiesto espressamente con un emendamento predisposto e presentato e accolto favorevolmente dallo stesso Cts ma non dal rappresentante unico delle autorità statali. E non solo – ha aggiunto il sindaco di Milazzo – non si è tenuto conto di questo, ma neppure della successiva lettera inviata al Ministero. A dir poco paradossale poi che nel decreto si faccia riferimento ad un nostro parere favorevole. Ecco perché impugneremo il provvedimento”.

Sulla stessa linea l’analisi del sindaco di San Filippo del Mela. “Nel decreto del Ministro vi sono vizi evidenti – ha detto Gianni Pino – e quindi è ovvio che procederemo ad impugnarlo. Non trova giustificazione poi il mancato inserimento delle prescrizioni sanitarie. E’ chiaro che questo è un primo passo perché, al di là del riesame dell’Aia, c’è una questione a medio termine che va affrontata sul futuro della Raffineria e occorre “fare squadra” per affrontare gli altri passaggi. Anche perché se il futuro si prospetta diversa bisogna iniziare a riqualificare i lavoratori e conoscere le strategie della stessa Raffineria”.

Il direttore della Ram, Luca Amoruso ha accolto positivamente questo “approccio comune” nell’affrontare una situazione di criticità che rischia di avere ripercussioni su una azienda che “nel tempo ha investito molto a differenza di altre realtà analoghe e che ha sempre guardato con attenzione all’ambiente, alla sicurezza e alla tutela della pubblica salute. I nostri legali stanno valutando il decreto per contestare eventuali discrasie ed in particolare la questione delle due prescrizioni, la 19 e la 42 che non sono state tenute in considerazione nel fissare il rispetto del parametro sul camino dello zolfo. Da parte nostra non c’è nessuna volontà – e lo abbiamo scritto anche nelle osservazioni di agosto – di sottrarci, ma vogliamo preventivamente monitorare quel parametro che non esiste in nessuna Bat. Per questo si è chiesto un anno di tempo. Il decreto tuttavia – ha aggiunto Amoruso – ha altri problemi e la totale assenza di flessibilità contenuta all’interno è condizionante per la Raffineria che come tutte le altre vive un momento di transizione, alla luce dei cambiamenti preannunciati”.

LA NOTA DI FEDERPETROLI. FederPetroli Italia esprime grande preoccupazione per la situazione del polo industriale messinese a rischio fermo produttivo delle attività di raffinazione. La Raffineria di Milazzo oltre che rappresentare due grandi aziende dell’indotto petrolifero internazionale come ENI e Q8, è parte del processo energetico italiano e mediterraneo. Le restrizioni per le emissioni di zolfo porterebbero a bloccare definitivamente i processi di refining.

Il Presidente di FederPetroli Italia – Michele Marsiglia attacca: “Ritorniamo sempre sullo stesso punto, mancanza di una politica industriale strategica in Italia e di conseguenza assenza di Politica Energetica. Fra qualche mese respireremo solo l’aria, sicuramente senza raffinerie sarà più pulita ma ‘ci alimenteremo con la forza della mente’. La preoccupazioni di fornitori e contrattisti è massima. Non solo, la Raffineria ha un indotto occupazionale di circa 1500 persone. La cosa che sorprende e che l’Impianto di raffinazione di Milazzo è uno dei più all’avanguardia a livello internazionale, oltre ai numerosi prodotti di raffinazione come benzina, gpl, nafta, gasolio ed altri, necessari per la normale e quotidiana amministrazione, è esempio di grandi investimenti che negli ultimi anni sono stati fatti ai Processi di recupero vapori, recupero gas di torcia e il sofisticato impianto di Cracking” conclude Marsiglia. 

IL PD. Il Pd cittadino guidato da Salvo Gitto nei giorni scorsi, era intervenuto con un documento defineno «L’atto unilaterale del rilascio dell’AIA da parte del ministero della Transizione. Ecologica è un segnale preoccupante». Il Pd, infatti, aveva chiesto l’immediata inefficacia del Decreto. «Un atto unilaterale – continua la nota – che può condizionare il futuro di un’ intera area, con ricadute economiche pesantissime per tutta la provincia. Fra l’altro, non si ha piena contezza se alcune prescrizioni inserite nel decreto producano un reale miglioramento della qualità dell’aria  né è chiaro con quali tecnologie alcuni obiettivi siano raggiungibili e se alla base del loro inserimento ci fosse una valutazione aggiornata che ne imponesse l’immediata introduzione».

GLI AMBIENTALISTI AUSPICANO CONFERMA DEI LIMITI. Il Comitato cittadini contro l’inceneritore nella Valle del Mela non accetta mezze misure. «In ballo c’è il diritto alla salute dei cittadini: quelle prescrizioni sono necessarie per tutelare la salute dei cittadini, attraverso l’implementazione delle migliori tecnologie capaci di ridurre le emissioni. Logica vorrebbe che adesso i Sindaci ricorrano alle vie legali per far valere il proprio diritto/dovere di tutela della salute pubblica. Invece sembrano intenti ad inseguire la Raffineria di Milazzo nell’assurda richiesta di annullare o sospendere un altro limite, che il Ministero stesso ha reputato necessario. 

Secondo gli ambientalisti la richiesta è illegittima in quanto «il riesame dell’Aiaè stato disposto proprio per reintrodurre quei limiti  che erano stati omessi nell’AIA del 2018, tra cui proprio quello contestato dalla Ram». «Il Ministero non ha reinserito tali limiti di propria spontanea volontà – sostengono – ma solo perchè costretto a farlo a seguito della verificazione disposta dal TAR di Catania. In altre parole la RAM e i sindacalisti accoliti pretenderebbero che il Ministero compia un ulteriore atto illegittimo, disattendendo la verificazione disposta dal TAR a seguito del ricorso presentato da sette comuni della valle del Mela. I Sindaci farebbero bene a smarcarsi da tale assurda richiesta: è necessario semmai contestare l’illegittima eliminazione delle prescrizioni sanitarie, non pretendere ulteriori atti illegittimi. Peraltro non si comprende come mai un limite identico già applicato alla Raffineria di Augusta dovrebbe essere un problema per la Raffineria di Milazzo».

Subscribe
Notificami
guest
23 Commenti
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Simplicio
Simplicio
2 anni fa

Vi sono le regole nazionali e europee. Mi pare, invece, che ognuno si vuol fare le proprie regole: i sindaci, la regione Sicilia, la raffineria, il ministro, i sindacati, i cittadini, ecc.. L’ENI ha una raffineria in Lombardia, che è la regione che applica nel modo più restrittivo possibile le regole nazionali/comunitarie, per ovvie ragioni che tutti sappiamo. Si applichino quelle e pipa in bocca.

Renatino
Renatino
2 anni fa

L’eterno dilemma lavoro/tumore

Last edited 2 anni fa by Renatino
Ommaiefatta
Ommaiefatta
2 anni fa

E quando mai….. chiudere chiudere chiudere ,.,. Ma tanto è tutto vapore acqueo..,.,hahahahah

Rolex
Rolex
2 anni fa

È inaudito che un sindaco che “rappresenta” 35000 persone ,faccia un ricorso che esprime il volere di sole 500 scarse
Si va a maggioranza in ddemocrazia
Se la aggioranza composta da oltre 30mila persone VUOLE ED HA IL DIRITTO DI RESPIRARE ARIA PULITA, come può uno che rappresenta la maggioranza, fare un’azione legale contro la maggioranza, senza comunicarlo, ed a favore della minoranza ?

Milazzeseefiero@gmail.com
Milazzeseefiero@gmail.com
2 anni fa
Reply to  Rolex

Milazzo fa 28000 mila abitanti

Rolex
Rolex
2 anni fa

30mila nel 2017
Considera che sono note altre persone

Tony
Tony
2 anni fa

anche meno, i decessi superano di gran lunga le nascite, se ci aggiungiamo anche le emigrazioni per lavoro saranno 25mila

Davide F.
Davide F.
2 anni fa
Reply to  Rolex

Nell’articolo non lo spiega bene, ma penso che i Sindaci presenteranno ricorso per il fatto che il decreto non ha recepito le loro prescrizioni sanitarie, necessarie a garantire la salute pubblica attraverso limiti emissivi più stringenti. La RAM si lamenta per altri motivi e farà probabilmente un ricorso diverso.

Piero brambrilla
Piero brambrilla
2 anni fa

È arrivato il giorno del giudizio dove tanti come me, prenderanno le valigie e andranno fuori a lavorare sempre se hanno mai lavorato,spero solo di vedere atterrare qualche aereo al posto di vedere quelle torce accese e puzzolenti di fronte vaccarella cioè la nostra milazzo.