Con la conferenza dei servizi dello scorso 13 dicembre si è concluso il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della Raffineria di Milazzo con la prescrizione del limite di 20 mg/Nm3 al camino (E10) dove avviene il recupero di zolfo. Ed è polemica poichè i sindacati temono per il futuro dell’impianto.

Questa la posizione di Pino Foti (FILCTEM-CGIL Messina), Francesco Donato (FEMCA-CISL Messina), Carlo Caruso (UILTEC-UIL Messina). contenuta in una nota stampa:

 «Una misura non prevista per nessun’altra raffineria e non contemplata in nessuna normativa, e tra l’altro, non raggiungibile tecnicamente perché imposto proprio su un impianto di sostenibilità  ambientale che ha la funzione – e questo è il paradosso – di recuperare lo zolfo alla fine del processo di raffinazione, evitandone la dispersione nell’ambiente. Nonostante ciò quella prescrizione con la firma del decreto diverrà comunque obbligatoria e, poiché tecnicamente impraticabile, determinerà il fermo degli impianti e la conseguente chiusura del sito. Nel momento cruciale della ripartenza economica, nel mezzo della transizione energetica, nel pieno di una dura competizione tra impianti concorrenti e proprio mentre il numero delle raffinerie nel Paese continua a ridursi, chiudere un sito come quello di Milazzo è una tragedia ed uno schiaffo in faccia al lavoro, all’economia ed all’occupazione di questa provincia. Ma le cose non capitano per caso. L’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’impianto di Milazzo era stata riconosciuta nel 2018 e sarebbe dovuta scadere nel 2027. Già il governo regionale aveva esitato Il Piano Regionale di Tutela della Qualità dell’Aria ed il ministero, successivamente  aveva dato avvio al processo di riesame per armonizzare l’AIA alle prescrizioni indicate in quel piano. Ne è seguito un logico periodo di incertezza e quindi un inopportuno stop che  ha ritardato gli investimenti sulla sostenibilità colpendo, di conseguenza, ancora economia ed occupazione. Il TAR ha poi cassato quel piano proprio per le incongruenze in esso contenute ed anche il riesame che ne era seguito si è dimostrato inutile. Successivamente alcune amministrazioni comunali hanno avviato ricorsi contro il ministero sostenendo – a loro dire – che l’AIA del 2018 avrebbe imposto vincoli meno stringenti di quella precedente.

Una tesi che, benché sia smentita dai dati oggettivi, ha spinto inspiegabilmente il ministero ad avviare un ennesimo riesame, anziché – come sarebbe stato logico fare –  difendere le proprie ragioni nel giudizio. L’esito della conferenza dei servizi dell’altro giorno nasce da quella scelta ed è dunque solo l’epilogo di una lunga mirata strategia volta a chiudere i cancelli dell’ultima grande realtà produttiva della provincia e far fuori un un’ingombrante concorrente dal mercato della raffinazione. Le norme in vigore dettano per gli impianti delle BAT precise e ben differenziate che implicano l’applicazione di prescrizioni rigide in materia di salute e ambiente, ma se da tutte le parti si  invocano misure eccezionali per contrastare una criticità ambientale ed un allarme sanitario in verità mai accertati (su alcuni aspetti sanitari, lo stesso studio SENTIERI dice di basarsi su un numero di casi statisticamente non significativo), allora vuol dire che i temi sono pretestuosi e non si cerca una soluzione condivisa, bensì divisiva, con il risultato che salute e lavoro rimangono concetti non armonizzabili. Anziché ragionare sulle misure reali e sul controllo che comporta un grande impianto industriale si è fatto leva sulle paure della gente. È stata contestata da più parti la mancanza di centraline di rilevamento e studi per accertare il reale stato ambientale del comprensorio e condividendo ciò abbiamo costretto RAM e gli enti locali dentro un protocollo attraverso il quale si potessero trovare i soldi per le centraline e gli esperti, lasciando alle amministrazioni comunali la scelta su come gestire i rilevamenti e quali esperti individuare per gli studi da sviluppare. Tutto ciò è stato comunque ritenuto insufficiente. Senza rilevamenti e senza studi scientifici si è continuato ad affermare, in virtù di non si sa quale autorità, che è la raffineria la causa di tutti i mali del comprensorio, mentre ancora stiamo aspettando risposte concrete su quale sia lo stato dell’ambiente e su come la popolazione possa senza intermediari leggere in tempo reale cosa sta respirando.

Chi asseconda tali convinzioni presso l’opinione pubblica non fa altro che divaricare la distanza che esiste oggi fra lavoro e salute, e dalla politica – territoriale, regionale e nazionale – ci aspettiamo non solo la difesa del sito industriale ma anche, se non soprattutto, di capire come e con cosa potremo sostituire la dimensione economica che la raffinazione ha tenuto in piedi per più di sessant’anni, una volta che questa sarà giunta alla fine del suo naturale ciclo. Sarà necessaria una dimensione produttiva adeguata a garantire ancora il lavoro in questa provincia e all’orizzonte nulla si vede, mentre  tutti si concentrano invece su sterili slogan e sullo smantellamento di ciò che resta dell’apparato industriale del quale, va sottolineato, nessuna economia progredita – sia essa territoriale o nazionale – può fare a meno. La storia anche recente dimostra che dalle nostre parti quando una fabbrica chiude nulla la sostituisce e restano solo macerie, disoccupazione e povertà. Contro questa logica e per riaffermare la capacità di un territorio di poter valutare e fare le proprie scelte nel rispetto delle difesa della salute, dell’ambiente e del lavoro il sindacato non esiterà ad attivare la mobilitazione e la protesta, in tutte le forme che si riterranno necessarie per la difesa di ogni singolo posto di lavoro.

 

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Saggezza
Saggezza
2 anni fa

Siete ridicoli sindacalisti!!!!! Prima avete affossato le industrie insieme ai lavoratori per una vostra vicinanza al padrone accettando tutto ciò che fosse contrario al lavoratore in cambio di favori.

Simone3
Simone3
2 anni fa
Reply to  Saggezza

E meno male che ti firmi saggezza, aggiungerei pure “bene informato”

Realista
Realista
2 anni fa
Reply to  Simone3

Sicuramente non si poteva firmare schiavo del sistema.. Altrimenti nella folla vostra di gente sparava nel mucchio.

AntonioM
AntonioM
2 anni fa

Se questi sono i rappresentanti dei lavoratori..
Vergogna!!!
Mentono sapendo di mentire. Difendono gli azionisti della Raffineria, mentre i lavoratori e la cittadinanza tutta ha un tasso di mortalità per tumori tra i più alti d’Italia.
Vergogna!!!

Simone
Simone
2 anni fa
Reply to  AntonioM

Ma quante cose che sapete, voi che avete le verità in tasca e per voi saremmo già in mezzo ad una strada da anni

Simone
Simone
2 anni fa
Reply to  AntonioM

Pure bugiardi sui tumori, complimenti.

Davide F.
Davide F.
2 anni fa

Quante inesattezze…i sindacalisti si documentino come stanno realmente le cose: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=5256331301062164&id=1181419041886764

Marco
Marco
2 anni fa

Finalmente!!!
Ora questi sindacalisti potranno tutelare tutti i lavoratori, e non più “solamente” quelli della raffineria..speriamo sia la volta buona!!

Alex
Alex
2 anni fa

Trovare immediatamente ricollocazione ai lavoratori e poi chiudere questo scempio, la bonifica del territorio porterà altro lavoro per molto tempo ed investimenti su quella costa col turismo anche lì lavoro. Soluzioni no parole.

Br1
Br1
2 anni fa
Reply to  Alex

Certo, arriveranno milioni, ma che dico, miliardi di euro per la bonifica!
Da chi.

Simone
Simone
2 anni fa
Reply to  Alex

Nessuno ancora ha capito nulla , l’area è Ram, dunque se chiude chi la fa la bonifica?

Tony
Tony
2 anni fa
Reply to  Simone

il ministero per la transizione ecologica

Peppe
Peppe
2 anni fa
Reply to  Alex

Pensi un po’ questi stupidi che non raccolgono il suo pensiero. Lei ha la soluzione per salvare tutto dai posti di lavoro esistenti al risanamento ambientale prevede pure un roseo futuro di camerieri e lava piatti,dopo le bonifiche però, e questi stolti perdono tempo a cercare soluzioni che lei con tanta chiarezza indica.

Mente pensante
Mente pensante
2 anni fa
Reply to  Peppe

Semplice.. Non stolti.. Cercano solo il loro di interesse. Trattato CE articolo 174 “chi inquina paga”. Ma come ben vedo lei lavora in Ram o ha le credenziali per farlo in quanto crede a tutto quello che le dice il sistema ed inoltre traspare dal suo di scrivere quel poco che serve di servilismo puro.

Peppe
Peppe
2 anni fa
Reply to  Mente pensante

Lei ha bisogno di un buon oculista ed è molto ben inserito nel sistema non avendo argomenti pensa di poterli sostituire con gli insulti. Cercare di coniugare esigenze ambientali e posti di lavoro per lei è fare i propri interessi? Chiudere una fabbrica è nel suo interesse? Mi sa spiegare questo astio che le trasuda contro i lavoratori della RAM ? Ha fatto domanda di assunzione ed è stato scartato?

Mente pensante
Mente pensante
2 anni fa
Reply to  Peppe

E’ facile individuarvi a 100 metri di distanza. Siete quasi tutti uguali. Per voi o è RAM o è INVIDIA. Esiste una normativa in materia ambientale che anche il suo dio “RAM” deve rispettare. Se non rispetta la normativa ci sono tutta una serie di sanzioni compreso il penale a cui siete soggetti. Chiudere? Non penso sia una soluzione ottimale in quanto occorrerebbe altra ubicazione per tanti yes-man.

Peppe
Peppe
2 anni fa
Reply to  Mente pensante

Le svelo una massima che potrebbe esserle utile anche se ne dubito fortemente ” Non bisogna mai litigare con uno stupido perché è talmente stupido che ti costringe a scendere al suo livello e siccome ha molta più esperienza di te ti frega”. Le auguro buon anno.

Mente pensante
Mente pensante
2 anni fa
Reply to  Peppe

Anche io la pensavo come lei tempo addietro. Purtroppo ho capito che gli stupidi hanno rovinato il pianeta e l’ambiente. Non posso augurarle buon anno a meno che non dica ad alta voce che chi non rispetta la normativa ambientale commette un reato e per questo va severamente punito. Non le chiedo nulla in merito ad AIA e BAT in quanto ho capito che è privo di argomenti.