La famiglia di Aurelio Visalli, il sottufficiale della Guardia Costiera rimasto ucciso il 26 settembre 2020 nelle operazioni di salvataggio di un ragazzo che insieme ad un amico si era tuffato nel mare in burrasca sulla riviera di Ponente di Milazzo, si è opposta alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta sulla morte del loro congiunto.

La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, alla conclusione della fase istruttoria, ha ritenuto che non vi siano i presupposti per l’imputazione a carico dell’ufficiale che ha coordinato le operazioni di salvataggio, indagato per omicidio colposo.

Contro l’archiviazione della posizione dell’ufficiale si sono opposti i familiari, rappresentati dall’avvocato Tommaso Calderone, che ha presentato una dettagliata istanza per confutare la tesi della Procura. In particolare viene contestata la decisione di intervenire via terra e non via mare o via aerea con l’ausilio di un elicottero, che, secondo il legale, avrebbe salvaguardato la vita degli uomini della Guardia Costiera e garantito l’efficacia dell’attività di salvataggio del minore. L’avvocato ha chiesto un’approfondimento delle indagini, attraverso l’escussione di altri testimoni ed l’acquisizione di ulteriori documenti, utili a chiarire le eventuali responsabilità dell’ufficiale in servizio presso il comando della Guardia Costiera di Milazzo.

Il Giudice per le Indagini Preliminari di Barcellona dovrà adesso fissare l’udienza per esprimere il suo giudizio sull’archiviazione o meno dell’inchiesta.

Il magistrato, nella sua richiesta di archiviazione, ha sostenuto la tesi secondo cui l’indagato ha operato in modo adeguato alla situazione, inviando la squadra di soccorso via terra. Alla base della decisione del magistrato si sarebbe il fatto di aver riscontrato come la causa del decesso del povero sottufficiale secondo l’autopsia sarebbe stata non l’annegamento, ma il violento impatto con l’onda che ha compito il sottufficiale nelle concitate fasi dell’operazione di salvataggio del ragazzo, che deve la sua vita proprio all’azione coraggiosa di Aurelio Visalli e due suoi colleghi di reparto. Il corpo del guardiacoste venne trascinato a largo e ritrovato il giorno dopo nell’area di mare antistante Capo Milazzo. Nelle sue conclusioni, il sostituto procuratore ha sottolineato come si sia trattato di un tragico evento, provocato non dalle scelte dell’indagato, ma dalla decisione totalmente imprudente dei due minori di gettarsi in mare, nonostante le condizioni proibitive. Su tale responsabilità sarà il Procuratore competente a valutare l’eventuale riscontro penale di tale comportamento.