Coop Alleanza 3.0 lascia la Sicilia e passa il marchio al Gruppo Radenza (Crai). A Milazzo 22 esuberi 15 Luglio 2021 Cronaca 6 Commenti Coop Alleanza 3.0. lascia la Sicilia e si prepara a cedere il marchio e i suoi punti vendita al gruppo Radenza, una holding che controlla altre quattro società e il marchio Crai nell’isola. Ad essere interessato al passaggio anche l’Ipercoop del Parco Corolla con una superficie di circa 6mila metri quadri. Se Milazzo manterrà la sua superficie espositiva (nel resto della Sicilia è stata annunciata una riduzione complessiva del 35,1%) notizie meno confortanti arrivano sul piano occupazionale visto che sarebbe previsto un esubero di personale di circa 22 unità su cento dipendenti. «Il tavolo ha fatto emergere prospettive di crescita e di mantenimento delle condizioni contrattuali e retributive – comunicano Giovanni Mastroeni e Giselda Campolo, rispettivamente segretario generale della CGIL e della Filcams di Messina – ma i 22 esuberi dichiarati sull’IperCoop del Parco Corolla di Milazzo sono circa un terzo del personale coinvolto nella nostra provincia. E questo ci lascia preoccupati per la salvaguardia occupazionale e fermi sulla posizione che qualunque operazione non deve comportare costi per i lavoratori. Non si dovrà perdere nemmeno un posto di lavoro né permettere alcuna forma di riduzione del salario”. L’intento è di assorbirli entro il 2024 grazie a un potenziale trend di crescita del 5% annuo e attraverso il ricorso alla Cassa Integrazione Straordinaria per 24 mesi. La rete vendita di Coop Alleanza 3.0 comprende sette ipermercati e cinque supermercati. Il gruppo Radenza detiene attualmente il marchio Crai, con circa 450 milioni di fatturato e 40 milioni di patrimonio netto. «Coop non è il primo colosso della Gdo a lasciare l’isola – continuano Mastroeni e Campolo – e, nonostante la forte presenza delle organizzazioni sindacali ai tavoli, nella quasi totalità dei casi non è stato possibile invertire il disinvestimento delle grandi aziende sul territorio. È un’evidenza di cui la politica si deve far carico. Messina e la Sicilia devono tornare una terra attrattiva per i capitali e per quelle aziende che applicano con trasparenza i contratti e la normativa se vogliamo attuare una efficace lotta alla povertà retributiva e dei diritti». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 13.326 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT