L’atroce morte di Giovanni Salmeri, l’uomo ucciso con undici fendenti e poi carbonizzato in via Pezzo del Pioppo, nei pressi di Sciacca, frazione della Piana di Milazzo, ha scosso l’intera comunità. L’arresto nel corso della notte del suo presunto assassino, Ettore Rossitto, 56 anni, originario di Pace del Mela, ha messo la parola fine al giallo del ritrovamento del corpo avvenuto il 29 luglio che aveva lasciato mille interrogativi sull’atroce gesto. Le risposte probabilmente sono ancora più amare: secondo l’accusa Rossitto, pregiudicato, lo avrebbe ucciso in maniera premeditata per sottrargli 650 euro di pensione appena riscossa all’ufficio postale di Santo Pietro.

Una storia triste che ha trovato soluzione grazie all’estenuante lavoro della compagnia dei carabinieri di Milazzo guidata dal capitano Andrea Maria Ortolani coordinata dalla compagnia provinciale di Messina, che ha portato alcuni concittadini a lanciare su facebook iniziative per ricordare Salmeri, che molti ricordano per la sua presenza stabile all’ingresso dell’ospedale Fogliani dove chiedeva l’elemosina.

«Abbiamo appreso la crudele morte del nostro amico Giovanni Salmeri – scrive Gaetano Maisano  nel gruppo facebook «Difendiamo la nostra città..blindiamo Milazzo” (nato nella prima fase del Covid) –  così il nostro gruppo stiamo organizzando una piccola raccolta donando anche 1 €. Tutto il ricavato sarà speso per i fiori e dare una segna sepoltura e una lapide a Giovanni. Chiunque vuole partecipare contatti in privato me, oppure gli altri amministratori. La raccolta si chiuderà domenica 22 novembre».

Francesco Salamone, invece, si augura che «venga dedicata la panchina posta subito fuori il cancello dell’ospedale dove abitualmente sedeva per scambiare quattro chiacchiere con i passanti di turno, magari aggiungendo una targhetta con su scritto: “A Giovanni Salmeri vittima della crudeltà umana”».

Salmeri, originario del Borgo, lo si trovava nel piazzale dell’Ospedale “Fogliani”di Milazzo dove chiedeva l’elemosina. Aveva una casa popolare in via Pirandello ma di fatto viveva all’ospedale di Milazzo dove lo conoscevano tutti e – grazie alla generosità di qualche infermiere o medico – recuperava un pasto caldo. Non aveva parenti e viveva ai margini in una situazione di degrado assoluto: giacca strappata, scarpe rotte e problemi di salute. Era un accumulatore seriale: all’interno della sua abitazione i carabinieri hanno trovato di tutto.

Con passaggi di fortuna spesso si recava alla Caritas di Messina e alla mensa a “Cristo Re”. La notte alcune volte la passava anche a dormire per strada. All’ospedale di Milazzo si rifugiava al buio per riposare nei locali delle caldaie sotto una scala, e per trovare un pasto si infilava nella cucina sperando di trovare l’amico di turno più generoso. Da mesi non si vedeva più in giro ma come tutti gli invisibili quasi nessuno se n’era preoccupato.

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marco
3 anni fa

Una vittima dell’indifferenza umana!!!

Giuseppe
Giuseppe
3 anni fa

Possibile che nessuno si chieda come funzionano i servizi sociali? Quanti sono gli assistenti sociali? Quante famiglie/persone seguono? Sono sufficienti i fondi assegnati a questo servizio? Come si coordinano le associazioni di volontariato della città? Pubblicizzare le attività dell’ente e i bisogni di chi è nel disagio, aumenterebbe la sensibilità di molti verso i più poveri.

Franco Fabiano
Franco Fabiano
3 anni fa

Pensare che quella sottospecie di essere umano dopo aver commesso questo atroce assassinio per una manciata di soldi, continuava tranquillamente a vivere tra le persone degne di stare in una società ” normale ” mi fa impazzire di rabbia! Spero che rimanga in carcere per tutta la sua inutile vita.

Catone
Catone
3 anni fa

Pace per questa povera vittima del degrado e della miseria.
Ma possibile che si possa scomparire per mesi nell’ indifferenza di tutti? quelle caritatevoli persone e i vicini non hanno mai denunciato nulla?
Lodevole l’iniziativa di proporre un ricordo e una degna sepoltura
Ma sarebbe stato più dignitoso ricordarsene un po’prima.