Caro quindicenne,

ti scrivo da mamma di un ragazzo adolescente che ha la tua stessa età e la tua stessa voglia di apparire sempre forte e imbattibile. Voglio dirti di non sentirti un eroe. Non sei eroe solo perché senza l’aiuto di nessuno hai affrontato le onde impetuose del mare in tempesta. Solo perché gridavi di non voler essere salvato, solo perché hai sopportato il dolore provocato dalle meduse sul tuo corpo senza versare una sola lacrima. Non sentirti eroe solo perché hai avuto il coraggio di sfidare le onde alte quasi sei metri per trascorrere una giornata diversa.

Un eroe non sei stato. Li ho letti e visti tutti i tuoi post e i video pubblicati su instagram. Per me, mamma di un figlio adolescente, ogni tua affermazione è stata una pugnalata. Ogni tuo tentativo di difesa mi è sembrato un insulto alla vita. Devi sapere, da adulto che stai per diventare, che le tue parole si sono scontrate violentemente con le urla di dolore della moglie e dei figli di Aurelio Visalli, morto, che a te piaccia o no, per salvare la tua vita.

Non raccontarla più la tua “bravata” per sentirti forte davanti ai tuoi amici. La vera forza è il silenzio in cui sei rimasto oggi.

Caro quindicenne,

a te, ma anche al tuo compagno di avventura tredicenne che come te ieri non è riuscito a restare in silenzio, scrivo da giornalista che storie come le tue ne ha raccontate tante. E scrivo per dirti che da due giorni io e i miei colleghi lavoriamo per raccontare un fatto di cronaca provocata dalla tua indomabile voglia di “fare le capriole” con “il mare forte”. E proprio da giornalista voglio dirti che il vero eroe è stato l’uomo che da padre, nonostante le difficoltà, ha lanciato un salvagente per salvarti la vita. Lui ha affrontato le onde impetuose del mare in tempesta, senza aspettare i rinforzi che stavano per arrivare, per non toglierti la possibilità di diventare realmente forte e adulto. Io oggi le ho sentite le urla di dolore dei parenti. Degli amici. Dei colleghi. Riecheggiavano in una stanza stracolma di gente con gli occhi lucidi e si scontravano con le parole dei tuoi post.

Una contraddizione che a tutti ha fatto più male delle onde del mare di Ponente.

Rossana Franzone

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Donatella
Donatella
3 anni fa

Non dimentichiamoci che Aurelio ha due genitori e due fratelli, che da quel giorno non vivono più. Nella loro vita non ci sarà più ripresa, un figlio è il bene più prezioso, il battito del nostro cuore, l’aria che respiriamo. Rispetto per il dolore incolmabile e ineguagliabile di questi genitori.

Piero
Piero
3 anni fa

Figli di una società in declino! Senza più valori e con nuove discutibili icone.
Non punto il dito contro i giovani, ma rifletto sul valore aggiunto delle famiglie e della scuola.
Un abbraccio sincero alla famiglia Visalli.

Diego
Diego
3 anni fa

Dico solo che moltissimi “giovani”di oggi voglio apparire grandi eroi con inutili bravate il cui unico vero risultato e’ quello di mostrare la propria idiota inconscienza esaltata dai loro demenziali post. Credono di apparire e considerati eroi coraggiosi a dispetto della vita degli altri. Questi “giovani” dovrebbero essere gli “Uomini” di domani, ma come si puo’ credere ad un (finito lo spazio )

Davide
Davide
3 anni fa

Oggi più che mai, essere minorenni ha assunto una valenza come “età delle attenuanti”; con estrema facilità si ricorre spesso all’alibi della minore età con cui poter giustificare qualsivoglia condotta illegale o immorale che sia. Una concessione data con fin troppa leggerezza e superficialità, a dispetto di certi valori fondati su un vivere cristiano ed etico.

UnMilazzese
UnMilazzese
3 anni fa

Grazie per questo scritto Sig.ra Franzone