Pino Privitera

“ La promessa del Legionario” il nuovo libro di Pino Privitera e Diego Celi  è tratto  da una storia vera; una storia capace  di  affascinare  e conquistare per  diversità e originalità della narrazione.    Verrà presentato a Milazzo stasera, venerdì 4 settembre, alle ore 18,30, nel corso della IV edizione del Giardino Letterario di Villa Vaccarino. A moderare l’incontro l’avvocato Maria Rosaria Cusumano. Gli autori racconteranno la genesi del libro e le certosine ricerche che hanno impegnato gli autori per lunghi mesi nei comuni della valle del Mela.

Siamo a metà  del 1936,  gli  anni dei fasti del regime fascista, quelli che seguono la  proclamazione dell’impero  dopo la  conquista delle terre d’Africa. Un umile contadino, dalla forte tempra fisica, abituato  alla  fatica del lavoro e alle traversie  di una magra esistenza, decide di aderire alla campagna per il reclutamento di braccia per l’Africa. Lo fa per sfamare la famiglia e con la speranza  di poter dare un avvenire migliore ai figli. Ma anziché in Africa si ritrova  “volontario”  nella guerra di Spagna. Dopo lo sbarco a Cadice partecipa alle battaglie più importanti sostenute dalla truppe inviate da Mussolini in aiuto del  Generale Franco.

Diego Celi

Una tra le più sanguinose  si svolge al confine tra la Castiglia e la Cantabria, al “Passo del Escudo” dove gli italiani pagano, con centinaia di vite,  un pesante  tributo  per la conquista dell’altura, così denominata che apre la strada verso Santander.

Salvatore Alibrando, il protagonista del libro, nato nel 1900 nel comune di Santa Lucia del Mela, vi prende parte e  si salva miracolosamente   pur essendo stato colpito alla testa da un proiettile di mitraglia. Nello scontro, preso tra due fuochi, fa un voto alla Madonna invocandola insieme ad altri compagni  per aver salva la vita. Torna a casa  alla fine del 1938   e si dedica, tra l’incredulità di molti e qualche derisione iniziale,  al  mantenimento della promessa.  Dopo il crollo del regime fascista e la fine della guerra  insiste per l’assegnazione di un terreno, tra quelli del vasto demanio comunale, per poter dare inizio alla costruzione di una  piccola chiesa  che intende dedicare alla Madonna della Provvidenza. Ottiene il terreno nel 1946 e si mette al lavoro. Dopo  17 anni di patimenti, sofferenze e traversie incredibili, i lavori si concludono  nel 1963.  In quell’anno nei  boschi che sovrastano  l’abitato di Santa Lucia del Mela venne  aperta al culto la  chiesetta rurale, “poco più grande della sua casa”.

 In contrada Santa Nicola, accanto ad una fonte il cui toponimo appare legato ad un preesistente eremitaggio bizantino, appare oggi   in tutta la sua solitaria, silenziosa e semplice  bellezza come simbolo  della fatica, ma anche di fede, dedizione  e devozione.