Tante persone, distanziate e commosse, hanno partecipato domenica sera, in una location simbolica per la comunità mamertina: Piazza della Repubblica, nello spazio pedonale antistante la statua dedicata a Luigi Rizzo, all’evento patrocinato dalle Associazioni “Sciarpabianca” e “Hermes Milazzo Onlus”. Nel giorno del ventottesimo anniversario della strage di Via D’Amelio è stato ricordato non soltanto il giudice Paolo Borsellino, ma anche il suo amico e collega Giovanni Falcone, gli uomini della scorta e tutte le vittime di mafia. «Abbiamo voluto ricordare i due eroi  Falcone e Borsellino – ha detto Maria Rosaria Cusumano che ha coordinato l’evento –. Non possiamo smarrire la memoria e ricordare le loro storie. Le vite di Falcone e Borsellino si sono intrecciate fino alla morte Hanno fatto fino in fondo il loro dovere. Come diceva Giovanni Falcone: per combattere la mafia ognuno deve fare il proprio dovere, si combatte semplicemente così».

Presenti alla cerimonia il nipote dell’Ammiraglio, Francesco Rizzo che ha parte all’evento insieme aAnna Bonanno e Valentina Cocuzza  che hanno letto di testi . A portare i saluti dell’amministrazione comunale gli assessori Salvo Presti e  Ginevra Schiavon che hanno messo in evidenza come questi momenti di riflessione sono importanti soprattutto per le nuove generazioni. Poi gli interventi dei relatori

Molto toccanti gli interventi del Magistrato onorario Ennio Fiocco, del sociologo e docente di comunicazione dell’Università di Messina Francesco Pira, del direttore Nazionale Federazione Antiracket Gianlombardo, e per l’Associazione Paolo Vice, Tindaro Di Pasquale e del magistrato Matteo De Micheli sostituto procuratore della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto.

Intensi gli interventi del sociologo Pira che ha ricordato due interviste fatte, da giovane giornalista al giudice Paolo Borsellino e al Capo del Pool Antimafia, Antonino Caponnetto e poi ha stigmatizzato la trasformazione della mafia che oggi ha nuovi modelli comunicativi.

Il sostituto procuratore De Micheli invece ha tracciato la figura del giudice Borsellino evidenziandone il coraggio, l’impegno e la forza nel combattere Cosa Nostra fino all’ultimo respiro.