Corruzione, falsità ideologiche, turbativa d’asta, truffe e altri reati emergono da un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Messina, diretta dal Procuratore Maurizio De Lucia e condotta dalla Dia peloritana con riguardo ad importanti appalti attinenti la sicurezza della rete viaria di competenza del Consorzio per le Autostrade Siciliane.

L’attività investigativa, denominata Fuori dal Tunnel, si è conclusa nella mattinata odierna con l’esecuzione – da parte del personale della Sezione peloritana della DIA con la collaborazione del Centro Operativo di Milano – di tre misure cautelari personali nei confronti di due funzionari dell’Ente e di un imprenditore milanese.

Si tratta dell’Ingegnere Angelo PUCCIA, 60enne Funzionario del Consorzio Autostrade Siciliane, gravato dalla misura degli arresti domiciliari, in atto anche Consigliere Comunale di Castelbuono (PA); dell’Ingegnere SCHEPISI Alfonso Edoardo, 68/enne, Funzionario del citato Ente, destinatario della sospensione dai pubblici uffici; NOTARI Fabrizio, 62/enne imprenditore milanese, rappresentante legale della Notari Luigi S.p.A., gravato da divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione.

I predetti sono stati ritenuti responsabili – a vario titolo – dei delitti di corruzione, falso ideologico commesso da P.U. in atto pubblico in concorso, turbativa d’asta, tentata truffa aggravata in concorso, induzione indebita a dare o promettere utilità e corruzione, unitamente ad altri 5 imprenditori indagati.

A finire sotto la lente di ingrandimento dei magistrati e degli investigatori, sono stati alcuni dei principali appalti per i lavori effettuati negli ultimi anni lungo il tratto autostradale di competenza del Cas (A/20 Messina-Palermo e A/18 Messina-Catania), asse viario, che come ha fatto rilevare il Gip nell’ordinanza applicativa delle misure cautelari è “già drammaticamente e notoriamente afflitto da gravi carenze strutturali” e lungo il quale frequenti sono stati gli incidenti, anche mortali.

Emblematico il caso degli appalti per i “lavori di messa in sicurezza” delle gallerie “Tindari” e “Capo d’Orlando”, ubicate lungo la tratta autostradale A/20 Messina-Palermo.

Si tratta di lavori – dall’importo complessivo a base d’asta, di circa 25 milioni di euro – aggiudicati nell’anno 2015 all’Ati Luigi Notari S.p.a. – Costruzioni Bruno Teodoro S.p.a, ditta la prima alle dipendenze della quale lavoravano familiari e persone vicine al Direttore dei lavori e al Rup; assunzioni ritenute funzionali all’aggiudicazione dell’appalto stesso.

In tale occasione, infatti, per quanto l’offerta della predetta Ati Notari- Bruno fosse stata considerata dalla Commissione di gara “anormalmente bassa”, il Puccia (quale Rup) sulla base di una relazione presentata dallo Schepisi, attestava che “l’offerta presentata dall’Ati Notari-Bruno” fosse “attendibile ed affidabile” e che “le giustificazioni documentate” fossero “sufficienti ad escludere l’incongruità dell’offerta”.

Gravi irregolarità emergevano anche con riguardo alla realizzazione di un importante sistema di sicurezza delle gallerie, ritenuto dalla normativa vigente indispensabile per garantire l’incolumità degli utenti.

Il predetto Schepisi, peraltro, con l’avallo del Puccia, predisponeva la documentazione finalizzata a percepire indebitamente gli incentivi previsti dal Consorzio per i progettisti, pari a 47.000 euro, non conseguendoli solo per cause non dipendenti dalla propria volontà, consistiti in irregolarità formali.

Episodi altrettanto emblematici e tali da pregiudicare in modo grave la sicurezza dell’autostrada, si registravano, in tempi più recenti, nell’ambito dei lavori “di ripristino” dell’asfalto drenante” del viadotto Calamo, sito lungo la suddetta A/20.

Sono state rilevate, infine, condotte delittuose nel corso dei lavori finalizzati alla riapertura della galleria Sant’Alessio, sita lungo l’autostrada A/18 ME-CT, opera in cui il Puccia espletava ancora il ruolo di Direttore dei lavori. In questo caso, il Puccia – piuttosto che preoccuparsi della corretta realizzazione delle opere sfruttava, in maniera insistente, il proprio ruolo per “propiziare…l’assunzione di un suo uomo di fiducia” presso i cantieri del subappaltatore.