Si dovranno presentare il 7 luglio davanti al giudice per le indagini preliminari di Barcellona per fornire chiarimenti sull’iter che ha portato all’assunzione di due dirigenti comunali: Raffaele Cucinotta (Ufficio Tecnico) e Francesco Consiglio (Ufficio Finanze).  Si tratta del sindaco di Milazzo Giovanni Formica; quattro assessori, Salvatore Presti, Ciccio Italiano; gli ex componenti della giunta Carmelo Torre e Damiano Maisano; il dirigente comunale Michele Bucolo e i due assunti, Cucinotta e Consiglio. Sarà il giudice a stabilire in quella sede la decisione di proscioglimento o se serve un processo per stabilire se vi è stato un reato.

L’indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza di Milazzo avrebbe avuto come input principale un esposto del consigliere comunale Pippo Midili, fra gli avversari politici più agguerriti del sindaco Formica. Le Fiamme Gialle hanno sentito anche dipendenti (o ex) che lamentavano di avere i titoli per ricoprire le cariche che invece sono state messe a bando a beneficio anche degli esterni.

Secondo le accuse sarebbero stati commessi dai pubblici amministratori e dal dirigente tutti in concorso con i due beneficiari, di abuso d’ ufficio «per avere provocato con l’ adozione di atti ritenuti in contrasto con i divieti e le limitazioni del “Patto di stabilità” interno, un vantaggio patrimoniale ai due nuovi assunti e di falsità ideologica , sempre in concorso, commessa da pubblici ufficiali, in attestazione di certificati amministrativi». 

La Procura contesta loro il reato di abuso d’ufficio in riferimento a due delibere approvate nel giugno 2016. La prima riguarda la revoca dell’incarico di ragioniere generale al dipendente Michele Bucolo (assunto dopo aver vinto il concorso per quel ruolo); la seconda l’approvazione della procedura di assunzione mediante ricorso alle graduatorie di altri enti pubblici.

Ad autorizzare le assunzioni all’amministrazione comunale era stato il ministero che aveva risposto ad una richiesta del Comune di Milazzo.