La lettera: «il Sud sta pagando un prezzo altissimo. Fermate questo scempio» 25 Marzo 2020 Il Commento 7 Commenti LA LETTERA. Che senso hanno tutti gli sforzi dei cittadini responsabili, consapevoli della gravità del momento che, stando chiusi in casa osservano le regole e vi si attengono scrupolosamente? Che senso ha che medici, infermieri, operatori sanitari mettano a rischio in ogni momento della giornata la vita loro e dei familiari assistendo e curando i malati? Che senso ha il sacrificio delle forze dell’ordine e di tutti quei lavoratori, di ogni settore, che con la loro presenza assicurano tutta una serie di servizi alla cittadinanza, senza i quali, la quotidianità di ognuno di noi sarebbe davvero difficile, se non addirittura impossibile? Che senso hanno gli sforzi encomiabili (a dir poco) del sindaco della città metropolitana di Messina e dei sindaci dei 108 comuni del messinese che con impegno instancabile, costanza, professionalità e dedizione, mettono in atto tutte le misure di prevenzione e contenimento della diffusione del virus con i mezzi (pochi) che hanno a disposizione? Che senso ha il sacrificio economico di chi ha chiuso la propria attività (spesso unica fonte di sostentamento per sé e famiglia) in osservanza delle regole di salvaguardia della salute pubblica? E che dire di chi, ogni giorno, saluta i suoi cari (spesso a centinaia e migliaia di chilometri di distanza) solo telefonicamente, per qualche minuto, e trascorre il resto della giornata a pensarli lontani, a preoccuparsi per loro e a pregare per la loro salute? L’urlo di rabbia di tutti costoro cresce sempre più forte come cresce pure il frustrante senso d’impotenza dinnanzi alla superficialità e all’arroganza di chi mette in atto comportamenti insensati e dissennati, dinnanzi alla discrepanza fra le norme e la loro attuazione, dinnanzi alla burocrazia ottusa praticata da ottusi burocrati in un momento in cui, badando più alla sostanza che alla forma, ogni azione dovrebbe essere rapida, immediata, semplificata ed esente da quelle becere pastoie formali che abitualmente caratterizzano e paralizzano l’Italia. Da un mese assistiamo alla gestione di una corsa contro il Coronavirus lenta ed insufficiente: il virus corre e i provvedimenti normativi lo inseguono arrancando, mai un balzo in avanti per prevenirlo e, quindi bloccarlo; la scansione costante di DPCM e di ordinanze regionali e sindacali, pur essendo mosse da costruttivi intenti, stentano ad avere una reale efficacia sia per comportamenti incivili, sia per difetto di attuazione. Il Sud, Messina e provincia in particolare, oggi stanno pagando un altissimo prezzo in termini di contagiati, per una colpevole lentezza. Le misure propedeutiche di prevenzione che avrebbero potuto/dovuto attutire gli effetti dell’imminente propagarsi del contagio sono state attuate in modo inefficace; il comportamento irresponsabile degli ormai ben noti vacanzieri ha dato un determinante e decisivo contributo al propagarsi del virus in città; la mancanza di una organizzazione unitaria e coordinata dei compiti e degli interventi sanitari della città e della provincia mette in luce le ataviche carenze di tale settore penalizzato da tempo da una politica dissennata di clientelismo, di tagli e di economie; la difficoltà di comunicazione fra le istituzioni, le reticenze, le omissioni, rallentano fatalmente e, anche, vanificano, le procedure di controllo e prevenzione (vedi il triste caso della casa di riposo “Come d’incanto”); i reiterati decreti nazionali annunciati attraverso roboanti proclami, ben pubblicizzati con largo anticipo sulla loro effettiva entrata in vigore, hanno fatto tutto il resto e da diverse settimane assistiamo a massicci esodi da nord verso sud, ultimo quello della notte fra il 22 ed il 23 marzo: eppure c’è da giorni un decreto del Ministro delle Infrastrutture e del Ministro della Salute che vieta i passaggi in Sicilia e dalla Sicilia se non per comprovate esigenze di lavoro, di salute o per situazioni di necessità. Da ieri, poi, la Presidente della Regione Calabria ha disposto la chiusura della propria regione in entrata ed in uscita. Ma è evidente, qualcuno, più di qualcuno, non ha vigilato perché la legge fossa rispettata. Insorge il Presidente Musumeci, insorge il Sindaco De Luca. Ma le Prefetture? E il Ministro dell’Interno? E noi cittadini, sempre più preoccupati e mortificati, sempre più allarmati, sempre più indignati cosa possiamo fare contro chi attenta, dall’interno e dall’esterno, alla nostra salute, alla nostra vita? Quale strumento se non la nostra onestà e la nostra correttezza per fronteggiare quello che sembra un diabolico complotto per affollare in modo pericoloso il nostro “povero sud”? Possiamo restare a “guardare dalla finestra” o possiamo levare alta e chiara la voce nelle sedi opportune, una voce che può oltrepassare le porte chiuse delle nostre case, che può appoggiare e sostenere chi si sta battendo per noi, che può denunciare le storture e far conoscere, fuori dalla nostra ristretta cerchia territoriale, quale ennesimo scempio si stia compiendo sulla nostra pelle. Maria Miceli Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 15.439 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT