I giudici del Tribunale di Barcellona ha assolto i vertici della Raffineria di Milazzo accusati di disastro ambientale perché il fatto non sussiste. L’accusa era quella di aver provocato in occasione dell’alluvione del 22 novembre 2011 la tracimazione di 61.480 metri cubi di acque di lavorazione contenute in serbatoi di stoccaggio (contenenti idrocarburi)  e dalle aree interne alla Raffineria successivamente arrivate in mare.

Erano imputati l’ex direttore della Ram Marco Antonio Saetti, i tecnici Paolo Antonio De Gaetano, Natale Anastasi, Rosario Cannistrà, Sebastiano Bertino, Raffaele D’ Angelo. I legali dello studio Autru Ryolo hanno dimostrato che non vi è stato alcun danno all’ambiente permanente. Quel giorno, infatti, in mare fu riscontrata una presenza di idrocarburi nella litoranea di levante, che portò ad una immediata denuncia da parte degli ambientalisti dell’Adasc, ma non si riuscì a individuarne le cause e già nei giorni successivi non vi erano più tracce significative.

Agli imputati erano stati contestati i reati colposi di danno e la violazione del codice ambientale. 

Il procedimento continuerà per un reato minore contravvenzionale nei confronti solo della Raffineria per responsabilità amministrativa (decreto legge 231). A costituirsi parte civile erano state l’Adasc, Cittadinanza attiva e l’associazione Codici che chiamavano in causa solo l’azienda e non il personale.

A non prendere parte al processo sono stati i pescatori professionisti di Vaccarella riuniti nell’associazione Nino Salmeri. Nell’ottobre 2015, a distanza di quattro anni dagli eventi, infatti, hanno ottenuto un risarcimento dei danni subiti. I pescatori, col supporto dell’avvocato Maria Rosaria Cusumano, presentarono un esposto denuncia ma prima che si aprisse il giudizio a Barcellona hanno trovato l’accordo con l’azienda petrolifera che ha riconosciuto circa 8500 euro ai responsabili delle imbarcazioni e poco più di 3500 ai pescatori imbarcati come membri di equipaggio. Complessivamente la Raffineria ha speso circa 250 mila euro per chiudere la partita.

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MATTEO
4 anni fa

VA A FINIRE CHE LA RAM CHIEDA LA RESTITUZIONE DEI SOLDI CHE A DATO HAI PESCATORI COME RISARCIMENTO DEI DANNI PROVOCATI A LORO E MO?

vita
vita
4 anni fa

Come disse un noto giornalista Milazzese il 24 settembre 2014:
La Raffineria non è una fabbrica di profumi, ma non dimentichiamo quando a Milazzo si girava nei pressi del porto con la speranza di poter scaricare qualche nave per un pezzo di pane
Qui la colpa è per ogni singolo cittadino di oggi e di ieri , che per un posto di lavoro leccava e lecchiamo il politico di turno promettendo lavoro.

massimo
massimo
4 anni fa

Inquinati a norma di legge. Trattati come gli abitanti di Bhopal. Qualche soldo ai cartelli di presunti danneggiatsi” polital oriented”, niente agli altri. Grazie Ram ci hai indicato chi viene indennizzato e chi invece non facendo paura puo’ essere tralasciato.

senzapelisullalingua
senzapelisullalingua
4 anni fa

.. e fu così che il “vil” denaro copre tutte le malefatte e ogni colpa!!!
cosa ci si poteva aspettare da un paese quale l’italietta culla del diritto e della ingiustizia di stato ?
Come al solito,poi ci si indigna se si contrae qualche malattia a causa di un povero pesciolino carico di mercurio e altri metalli pesanti o sostanze cancerogene,pescato in una “riserva naturale”.